Orsi e uomini: disparità di trattamento
Pochi giorni fa è stato reso noto che nella futura stagione venatoria in Slovenia dovranno essere abbattuti 200 orsi. Ci sono state delle proteste con opposizione giuridica di associazioni ambientaliste ma il verdetto è stato confermato. L’ambiente della Slovenia in cui vivono gli orsi ha una “capacità di carico” per 800 esemplari e la stabilità di quella specie deve veder ridurre a quella cifra gli attuali 1000 esemplari.
Qualche plantigrado ce la farà ad entrare clandestinamente in Italia, credo anche durante il prossimo governo Meloni, ma una rigorosa scienza del rapporto tra specie e natura deve essere rispettata. Non tutte le specie animali subiscono le forche caudine del rispetto equilibrato della natura. Ad esempio si ritiene che le formiche già attualmente rappresentano circa un terzo della massa complessiva del mondo animale e che la loro presenza è in continua espansione. Cosa verificabile anche in qualsiasi appartamento di Udine quando ad ogni primavera viene effettuato un massacro totale delle formiche che si ripresentano in misura massiccia malgrado l’analogo trattamento subito l’anno prima. Si può perciò presumere che tra quella specie non ci sia alcun ufficio studi che si ponga il problema della sua sopportabilità ecologica. Per ora le formiche si arrangiano da sole. Diversa è la questione per la specie umana. C’è una autorevole associazione dal nome “Global footprint network” che misura l’impronta ecologica dell’umanità rispetto alla biocapacità della terra. Utilizzando una serie enorme di parametri definisce ogni anno entro quale data . l’uomo consuma le risorse riproducibili a sua disposizione. Ne deriva una data chiamata “Earth overshoot day” che chiarisce quanto debito l’umanità sta accumulando rispetto alla capacità di carico della terra.
Per la verità la terra, nelle sue diverse componenti quali quelle climatica geologica, chimica, reagisce e fa atti analoghi a quanto facciamo noi con le formiche, ma ciò non toglie che l’uomo è a conoscenza delle sue azioni e che quindi dovrebbe agire nei propri confronti perlomeno come ritiene di dover fare con la presenza di orsi in soprannumero nella Slovenia sopra citata. I conti sono presto fatti. L’Earth overshoot day per la terra quest’anno è scaduto il 28 luglio, ma ci sono i conti diversi per ogni singolo stato: lasciamo perdere gli USA e la Federazione Russa, ma quale esempio si può citare il 15 maggio per gli italiani e il 2 giugno per i cinesi. Ci sono sicuramente delle approssimazioni nei calcoli che vengono presentati, regaliamo pure un mese ad ambedue, ma resta che praticamente il 50% della popolazione di Italia e Cina non ha a disposizione risorse rinnovabili per perseguire il proprio stile di vita e che quindi lo prende in prestito dalle prossime generazioni, sempre che queste ne abbiano una qualche disposizione. Cosa che, per qualsiasi studioso della questione climatica, non è assolutamente certa. Che fare. Dal punto di vista scientifico il modello è quello degli orsi sloveni, ridurre quindi la popolazione italiana e cinese del 50%, quisquiglie, 30 e 700 milioni di abitanti, attribuendone l’applicazione a qualche forma di riserva di caccia. Qualcuno magari potrebbe essere trasferito in aree con capacità residua in qualche isola del Pacifico, altri potrebbero utilizzare le navi spaziali di Musk, ma in totale la popolazione della terra dovrebbe passare da 8 a 4,6 miliardi di abitanti. Fortunatamente per noi la specie umana riesce a far concorrenza agli struzzi, di fronte a difficoltà mette la testa sotto la sabbia, e quando discute di governo ed elezioni pensa a tutt’altro. Finché dura. Giorgio Cavallo