Ospedali Fvg: pesanti tagli all’orizzonte, si mobilitano comitati tutela sanità pubblica
Emergenza Covid cinque anni dopo. Così la sanità sta cambiando – titola oggi un quotidiano locale, riportando l’intervista all’assessore Riccardi che spiega come sta cambiando la sanità nella nostra regione dopo l’esperienza del Covid.
L’assessore manifesta la “volontà di rivedere un sistema fragile per la sua organizzazione verticale concentrata sugli ospedali” e di seguire le indicazioni del DM 77/2022 realizzando le Case di comunità. Che come noto non sono altro che i CAP – Centri di Assistenza Primaria – della riforma Serracchiani, a cui è stato cambiato nome, forse per mascherarne il fallimento.
Ed ora si vuole ripetere l’errore invece che far tesoro delle esperienze passate e senza dare ascolto agli stessi medici, che già hanno espresso seri dubbi sull’utilità reale delle Case di comunità. In concreto neppure si riesce a capire esattamente chi fa che cosa in queste Case, e sempre che si trovi personale per riempirle.
Se si vuole effettivamente incrementare l’assistenza sul territorio, come è giusto e doveroso che sia, basterebbe potenziare i Distretti già esistenti, perché i malati cronici hanno bisogno di medici e infermieri che vadano a domicilio, non di altre strutture murarie.
Ma preoccupa anche l’annunciata revisione degli ospedali, che già hanno subito pesantissimi tagli, che oggi si pagano con la grave carenza di posti letto, soprattutto in medicina, e che poi si riflette sui Pronto soccorso, intasati dai malati in barella nella lunga attesa che si liberino posti nei reparti.
Nell’ottica di rivedere la rete ospedaliera verso il basso si è cercato di usare il Piano oncologico, visto l’intento di chiudere rilevanti attività chirurgiche nei piccoli ospedali.
E in questa direzione va inquadrato il tentativo di sopprimere il reparto di Cardiologia a Gorizia, ma qui l’assessore Riccardi ha dovuto arrendersi, dopo che Sindaco, Giunta e Consiglio comunale hanno fatto quadrato con i propri concittadini a difesa del loro ospedale.
Questo di Gorizia non è un fatto banale, perché dimostra che quando le comunità e i loro rappresentati, a prescindere dal colore politico, si mobilitano tutti insieme, si possono impedire tagli immotivati delle strutture sanitarie.