Piazze piene nelle manifestazioni di Cgil e Uil. Lavoratori, precari e pensionati rompono l’isolamento nel quale si voleva relegare il movimento sindacale. Quotidiani silenti e scandalosi

Si sono svolte oggi le manifestazioni “Insieme per la giustizia” indette da Cgil e Uil, questa volta senza Cisl che si è autoisolata, atteggiamento non nuovo perchè fra le sigle sindacali la Cisl è storicamente la più “governista”. In realtà il tentativo di marginalizzare la protesta sindacale, grazie anche alla complicità di tanta stampa e Tv, che non hanno certo brillato prima nel pubblicizzare la protesta spiegando le ragioni e nel raccontarla oggi, è franata miseramente davanti alle piazze piene. Così nonostante gli ostacoli e  i patetici tentativi di interpretare la protesta da parte di tanta politica più realista del re e che pensano di usare Draghi come un cavallo di Troia buono per ogni loro abbisogna, lo  sciopero  generale e riuscito. Del  resto era chiaro che l’astensione dal lavoro non era contro Draghi ma contro la Manovra del governo Draghi che non sono esattamente la stessa cosa. Le otto le ore di astensione indette, che riguardavano lavoratori pubblici e privati e i servizi, a partire dai trasporti,  sono state largamente accolte dai lavoratori, fra l’altro anche i disagi ai cittadini sono stati limitati attraverso le fasce garantite nei trasporti ed escludendo dall’astensione dal lavoro comparti come la sanità e la scuola. A proposito di questo, ci viene segnalata una divertente anomalia che riguarda l’Università di Udine dove una “libera” quanto sbagliata interpretazione aveva allargato al comparto universitario, che invece avrebbe potuto scioperare, il concetto di “scuola”. Così si è creata una gran confusione costringendo, pare, il sindacato scuola della Cgil, a diffidare la direzione dell’Ateneo nel percorrere questa bizzarra strada di equiparare il personale docente universitario a quello di elementari e medie. Tornando alle manifestazioni chiarissimo Landini e Bombardieri dal palco: “Penso che stia aumentando la distanza tra il palazzo della politica e noi stiamo dando voce a chi invece vuole che in questo Paese si affermi la giustizia sociale e perché il mondo del lavoro torni a essere centrale”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, a piazza del Popolo a Roma. “Ci hanno convocato lunedì prossimo sulle pensioni, sull’avvio della riforma Fornero che chiediamo da tempo – ha detto – oggi è l’avvio di una mobilitazione, non tutto finisce con la legge di bilancio. Siamo all’inizio, per cambiare tutto quello che di sbagliato è stato fatto in questi anni”. A Rincarare il concetto il segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Siamo fieri e orgogliosi di rappresentare chi è rimasto indietro. Una prima battaglia l’abbiamo già vinta, abbiamo costretto il Paese a interrogarsi. C’era una narrazione che tutto andava bene, il 6% del Pil, ma il Paese deve guardare chi sta indietro, c’è gente che sta male. Ci hanno detto che è uno sciopero ‘politico’ per offenderci, ma il sindacato quando fa proposte le fa nel merito e quindi certo che è politico, ma a favore di chi è rimasto indietro”. In effetti al centro dello sciopero ci sono fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola , tutti punti critici della manovra, secondo Cgil e Uil. Per le due confederazioni “non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile”. Quello però che preoccupa di più è che si tende ad allargare il concetto di emergenza dagli aspetti sanitari all’itera zione di governo. Così qualsiasi contestazione al Draghi che fra l’altro è certamente più intelligente della maggioranza dei leader che lo sostengono si è guardato bene dal prendere di petto i sindacati. Ha lasciato che a farlo fossero Salvini & c spalleggiati perfino dalla Meloni che non è neppure al governo. Dal canto loro i “progressisti” non hanno avuto la forza di smarcarsi quantomeno dalle ignobili accusa rivolte al sindacato, rendendosi così correi e confermando quanto giustamente detto da Maurizio Landini in apertura del suo comizio, quel: “Penso che stia aumentando la distanza tra il palazzo della politica” che dovrebbe fare meditare molto. Vedere le urne vuote e le piazze piene, alla fine dei giochi potrebbe essere un pericoloso vulnus per la democrazia. Su questo o dovrebbe meditare anche la stampa. E’ inammissibile che si sia scelto acriticamente di non disturbare il manovratore che fra l’altro crediamo manco l’aveva chiesto. E’ un fatto che questo  è lo sciopero generale con più scarsa copertura mediatica mai vista, manco ai tempi di Tambroni e Scelba i giornalisti sono stati così proni.  Nessun giornale (vedi le prime in calce)  escluso Il Manifesto  ha messo in prima pagina un evento così importante come uno sciopero generale. C’è molto da pensare.