Pordenone: Le esperienze dei Moduli Autismo sul Noncello, dialogo tra AsFO, Casa dell’autismo e Itaca

Il ripensamento dei servizi per l’età adulta a sostegno di persone con disabilità anche complessa e la ricerca di percorsi nella comunità. È stato questo il fil rouge che ha accompagnato il dialogo su autismo e comunità tra AsFO, Itaca e associazione La casa dell’autismo, tenutosi lo scorso 1° aprile al Teatro dell’Oratorio di Borgomeduna a Pordenone. Ad intervenire, moderati da Michele Benvenuto coordinatore Itaca del Centro diurno Via Canaletto, Alessandra Genovese psicologa AsFO, Silvia Avella coordinatrice Itaca dei Moduli Autismo, Anna Facondo presidente della Casa dell’autismo.

 

LA TRANSIZIONE ALLA VITA ADULTA

Per Alessandra Genovese, psicologa del Servizio per le Transizioni di AsFO, la transizione alla vita adulta è un evento delicato per chiunque, a maggior ragione le persone con disabilità possono richiedere un supporto più rilevante, perché si possono infrangere equilibri faticosamente stabiliti e questo richiede all’intera famiglia, che assume un ruolo fondamentale, nuove energie e risorse per trovare un nuovo adeguamento. La relazione con la comunità territoriale è fondamentale per andare oltre la visione della persona con disabilità intesa come “utente” sempre bisognoso, la prospettiva va cambiata e la persona con disabilità va riconosciuta per il suo valore sociale, come una risorsa per lo sviluppo sociale del territorio.

 

ALLENARE ALLA SCELTA DELLA PROPRIA VITA

Secondo Silvia Avella, in rappresentanza dei coordinamenti Itaca dei Moduli Autismo di Pordenone, i sostegni educativi sono ponti relazionali e orientano alla maggior autonomia possibile, connettono preferenze e aspettative della persona con disabilità e della sua famiglia. In questo modo l’affiancamento educativo diventa potenziatore delle relazioni con la comunità locale. Le comunità dei moduli vivono quotidianamente molte esperienze, ogni persona ha un progetto individualizzato e svolge attività all’interno del territorio, mettendo a disposizione della comunità le proprie abilità.

 

IL LAVORO PREZIOSO DELLE FAMIGLIE

La presidente dell’associazione La Casa dell’Autismo, Anna Facondo, ha messo in evidenza l’efficacia dell’azione di connessione tra famiglie e Servizi territoriali. La collaborazione è un processo complesso, che richiede cura e riconoscimento delle reciproche conoscenze e ruoli: non sempre è facile coinvolgere le famiglie nei percorsi di adultità dei figli, ma resta un passaggio indispensabile.

Il Servizio per le Transizioni introduce le famiglie anche all’utilizzo di strumenti innovativi, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici correlati, che possono rivelarsi complessi, ma al contempo possono aprire ad opportunità relazionali inaspettate con i propri figli. L’elemento forte per sostenere il cambiamento si fonda, pertanto, sul coinvolgimento delle famiglie, oltre che dei diretti interessati, nella costruzione delle attività quotidiane: effettivamente dai Moduli i ragazzi rientrano stanchi, ma con il sorriso e questo è segnale di un servizio che investe su di loro, chiede energie ma altrettante ne restituisce.