Pordenonelegge e l’arte di scrivere d’arte: la 18^ edizione dedicata a “dipingere pensieri”
Nei secoli passati l’arte raccontava visivamente delle storie. Studiare quelle immagini significa avere consapevolezza dei testi da cui erano ricavate, indagare i motivi per cui i committenti preferirono quelle storie ad altre, le loro sfumature di senso, e infine concentrarsi sullo stile e sulla tecnica di chi diede loro forma su una superficie dipinta o scolpita. “Dipingere pensieri.
Una storia dell’arte che indaga i miti, chi li sceglie e chi li narra” è appunto il filo rosso del convegno “L’arte di scrivere d’arte” 2024, prezioso format sui temi più attuali legati alla comunicazione dell’arte, in programma sabato 21 settembre dalle 10.30 al Centro Culturale “Casa Zanussi” di Pordenone, per iniziativa del Centro Iniziative Culturali di Pordenone, nell’ambito della 25^ edizione di pordenonelegge. Si rinnova così per il 18° anno un appuntamento che mette a fuoco le interazioni, le contiguità e i costanti rimandi fra arte e letteratura. Una proposta a cura dello storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese che per l’occasione converserà con Sonia Cavicchioli, docente di Storia dell’Arte moderna all’Università di Bologna, in precedenza storica dell’arte del Ministero per i Beni culturali alla Galleria Estense di Modena, con compiti di tutela e ricerca. «Un confronto che si propone di schiudere nuovi punti di vista, e proseguire il dialogo aperto tra studiosi, direttori di musei, critici d’arte, artisti, su che cos’è per noi l’arte: pensieri in movimento per far emergere riflessioni e consapevolezze sulle mutevoli vicende dell’uomo e del suo stare in questo mondo», osserva la Presidente del Centro Iniziative Culturali Pordenone, Maria Francesca Vassallo.
In tal senso, oltre agli specifici campi di ricerca di Sonia Cavicchioli, argomento di discussione saranno gli spunti offerti dalla stretta attualità. Un esempio: «Bellezza, a nostro avviso, dovrebbe essere, in una immaginaria carta di identità dell’Italia, il primo fra i suoi segni particolari». Inizia così il testo di Maria Agostina Cabiddu, costituzionalista, che i ragazzi di quinta superiore si sono visti proporre fra le tracce della prova di Italiano nel corso dell’Esame di Stato, lo scorso giugno, ma che solo il 3,4 % degli studenti ha deciso di affrontare (ultimo per gradimento in ogni indirizzo, dal Liceo – 2,9 % – agli Istituti tecnici e professionali – 4,0 % –), mentre il 28,9 % (con picchi al 42,4 %) ha scelto la traccia che proponeva di riflettere sul tramonto della forma letteraria del diario a favore della «rappresentazione di sé rivolta immediatamente agli altri» dell’era digitale, fatta di selfie e di storie “postate” con un clic.
Quale conseguenza trarne? Che pare decisamente marcata l’indifferenza o la ritrosia di ragazze e ragazzi nei confronti di temi quali storia, arte e cittadinanza, dei quali – nella loro stretta interrelazione – a scuola si parla eccome, ma che a quanto pare non mettono radici; scivolano via come un’interrogazione e ben poco incidono nel sentimento del proprio essere, individuale o collettivo. Sembra così che del valore identitario dell’arte non resti proprio nulla alle nuove generazioni di italiani, nonostante essa, quando viene fruita, passi molto spesso attraverso una veloce inquadratura al cellulare, veicolo di ogni giovanile comunicazione.
Discorrere con Sonia Cavicchioli dei suoi temi di indagine non significherà certo rifugiarsi in un hortus conclusus al riparo da criticità culturali come queste. Anzi, proprio esplorare insieme a lei i legami delle opere d’arte con il mito e la tradizione letteraria classica, con la committenza e le strutture monastiche, costituirà l’occasione per affondare lo sguardo in quegli spazi interdisciplinari, fitti di discontinuità e socialmente significativi, attraverso cui devono per forza plasmare il proprio gusto i fruitori d’arte che si vogliano dire cittadini della realtà e non solo di Instagram.
Sonia Cavicchioli è membro del Comité International d’Histoire de l’Art (C.I.H.A.) sezione Italia. Fra i suoi interessi di ricerca vi sono il mecenatismo e la politica culturale degli Estensi di Ferrara e Modena in età moderna e l’arte norditaliana dei secoli XVI e XVII, la committenza della Congregazione benedettina cassinese, la ricezione dei temi classici e biblici. A questi temi ha dedicato libri e convegni. È autrice delle monografie: Le metamorfosi di Psiche. Iconografia della favola di Psiche, Venezia, Marsilio, 2002 (tradotta in francese e inglese); “L’Aquila e ’l Pardo”. Rinaldo I e il mecenatismo di casa d’Este nel Seicento, Modena, Panini, 2015; Dipingere pensieri. Francesco IV d’Austria-Este e la decorazione del Palazzo Ducale di Modena (1814-1846), Trieste, EUT, 2022. Ha curato, fra gli altri, i volumi: Les figures de David à la Renaissance, con E. Boillet, P.A. Mellet, Genève, Librairie Droz, 2014; Benedettini in Europa. Cultura e committenze, restauri e nuove funzioni, con V. Vandelli, Modena, Panini, 2017; Raffaello Mito e percezione, con D. Benati, S. Costa, M. Faietti, Bologna, BUP, 2021.