Prende corpo la coalizione di centrosinistra che sfiderà Fedriga alle regionali. Ma come previsto ci sono le defezioni di M5s e dei “calenda-renziani”

Tutto come previsto, come da copione. A fare da testimone le mura della saletta dell’hotel Ambassador di via Carducci a Udine che ha visto l’incontro a porte chiuse fra le forze che intendono contrapporsi al centrodestra regionale e che sono state invitate al tavolo dal segretario regionale Pd Fvg Renzo Liva. Vi sono, ma era già annunciato, le assenze del M5s  e del cosiddetto Terzo polo  “vittime”  dei loro reciproci veti  incrociati. In realtà però, ad essere precisi, mancano anche altre forze di sinistra più o meno residuali, ed in particolare  quelle che avevano dato vita a “Unione Popolare” supponiamo per la solita pretesa di purezza “ideologica” che li spinge al “meglio soli che male accompagnati” che li marginalizza riservandogli percentuali di voti imbarazzanti. Prende comunque corpo la coalizione di centrosinistra che, salvo sorprese dell’ultim’ora, sfiderà Massimiliano Fedriga alle regionali presumibilmente il prossimo 2 aprile. Si legge in una nota emessa dall’ufficio stampa dei Dem: “Si è riunito in un buon clima costruttivo il tavolo promosso dal Pd Fvg per raccogliere le forze che vorranno proporre l’alternativa a Fedriga alle prossime elezioni regionali. Ci siamo trovati con il Patto per l’Autonomia, Civici FVG, Alleanza Verdi Sinistra, Open Fvg, Unione Slovena, Articolo Uno, +Europa e abbiamo stabilito che questo tavolo ricco e importante farà il suo percorso, aperto a eventuali contributi successivi. Ovviamente le scadenze incalzano e le decisioni sono anche dettate dai tempi, ma le forze presenti al tavolo hanno tutte dimostrato grande consapevolezza e determinazione”. Insomma si lascia ancora la porta aperta all’eventuale accorpamento di altri,  ma allo stato, sia con i pentastellati, che con i calenda-renziani, gli spazi  di manovra sono esigui, poco più di uno spiraglio. I primi perché appare evidente come abbiano abbracciato la linea del “correre da soli” propedeutica al loro ruolo d’opposizione,  i secondi per mero  spregiudicato calcolo politico da “aghi della bilancia”, calcolo teso a lasciarsi mano, o meglio,  “scranni liberi”, per poter agganciarsi all’eventuale carro dei vincitori. In ogni caso appare chiaro che la moltiplicazione dell’offerta alternativa al centrodestra rende la missione di ribaltare Fedriga, se non impossibile, molto ardua. Ma ovviamente ognuno si prenderà le proprie responsabilità (si fa per dire) dinnanzi agli elettori. “L’incontro di oggi, ha aggiunto il segretario del Pd Fvg Liva, è servito anche a calendarizzare i passi successivi per il programma e per l’individuazione del candidato presidente. Ci rivedremo entro fine anno ed entro la prima quindicina di gennaio pensiamo di aver fatto una buona parte del percorso. Si tratta di lavorare assai anche in questo periodo festivo ma non ci tiriamo indietro”. Inutile dire che se sul terreno programmatico la coalizione potrà facilmente trovare accordi e piani di lavoro,  è  invece sulla scelta relativa al candidato presidente che potrebbero nascere frizioni e scintille. Nessuno si sbilancia sui nomi, ovviamente, ma è chiaro che vi sono spinte sia interne al Pd che all’esterno. “Il tavolo resta aperto – ha precisato ancora Liva – come lo era nell’istante in cui il Pd ha preso l’iniziativa, solo che ora le decisioni sono rimesse a tutte le forze che oggi hanno deciso di esserci”. “Tutti sono battibili – ha concluso Liva riferendosi a Fedriga – e anche nei recenti campionati mondiali si è vista qualche sorpresa rispetto ai pronostici”.

Ai “progressisti” piace perdere