Presentazione Quaderno dell’Ecomuseo sulla prima valorizzazione del Lago di Cavazzo
Un secolo di storia dall’apertura del primo albergo sul Lago di Cavazzo: il ruolo dei pionieri e le prospettive future. Le prime iniziative di promozione turistica del Lago di Cavazzo risalgono a cento anni fa e sono state recentemente oggetto di una ricerca storica condotta da Pieri Stefanutti. Il lavoro, intitolato “Sulle rive e sulle sponde dolce albergo s’innalzò,” è stato pubblicato nei Quaderni dell’Ecomuseo della Valle del Lago. Il titolo si ispira a un manifesto murale del 1922, realizzato in occasione dell’inaugurazione del primo albergo costruito sulle sponde del lago, in cui venivano esaltate le caratteristiche della struttura attraverso versi poetici e immagini suggestive. La presentazione del volume è programmata per venerdì 6 settembre alle 20.30 presso il Centro Servizi di Alesso. L’evento vedrà la partecipazione dell’autore, insieme al Sindaco di Trasaghis Stefania Pisu, al Presidente dell’Ecomuseo Ivo Del Negro, e al coordinatore Luca Leonarduzzi. Sarà presente anche il Consigliere regionale Manuele Ferrari.
I primi decenni del Novecento segnarono un periodo cruciale per lo sviluppo turistico del Lago di Cavazzo. Grazie alla costruzione di una rete stradale che superò l’isolamento secolare dell’area, e all’edificazione di locande e alberghi sulle sue rive, il lago iniziò ad attrarre visitatori non solo dalle vicine località friulane, ma anche dal resto della regione e dall’estero. In questo contesto, la figura di Romano Jaconissi assume un’importanza particolare. Jaconissi, originario della Carnia e trasferitosi a Udine, dove aveva avviato con successo diverse attività commerciali, fu profondamente colpito dalla “selvaggia bellezza del posto” e decise di investire nella valorizzazione del lago. Dopo aver acquistato alcuni terreni, nel periodo successivo alla Grande Guerra, costituì una società insieme al celebre architetto Provino Valle e all’ingegner Carlo Fachini, con l’obiettivo di costruire il primo albergo sulle rive del lago, immaginando di realizzare “una stazione climatica per un piacevole soggiorno”.
Questi primi pionieri riuscirono a identificare e sviluppare il potenziale turistico del Lago di Cavazzo molto prima che il turismo diventasse una pratica consolidata nella regione. Oltre all’albergo, vennero realizzati un molo per l’attracco delle barche e una serie di cabine sulla riva, creando così una rete di servizi e infrastrutture capaci di soddisfare le esigenze dei visitatori. Nonostante le difficoltà legate alla gestione di queste strutture in un’area ancora poco sviluppata, i pionieri riuscirono a mettere in piedi un sistema turistico che divenne un punto di riferimento per la zona.
Con il passare del tempo, accanto ai momenti di grande successo e affluenza turistica, si alternarono periodi di crisi e difficoltà. Queste sfide, dovute sia a condizioni climatiche avverse che a scelte imprenditoriali non sempre fortunate, portarono talvolta le strutture turistiche a rischio di chiusura o abbandono. Tuttavia, l’impegno costante di questi pionieri nella promozione del Lago di Cavazzo come patrimonio storico e culturale della regione permise di mantenere viva la vocazione turistica della zona e di avviare nuove iniziative, che furono poi portate avanti da altre persone nelle località circostanti il lago.
Una copia della pubblicazione, realizzata con il supporto dei Comuni di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis, del Centro di Documentazione sul Territorio del Comune di Trasaghis, della Comunità di Montagna del Gemonese e della Regione Friuli Venezia Giulia, sarà offerta gratuitamente ai partecipanti alla presentazione. Successivamente, il libro sarà distribuito alle scuole e alle biblioteche del territorio.