Processo Regeni, depositate le motivazioni della Consulta sul procedimento. Si apre la possibilità di un giudizio in contumacia
Il 27 settembre scorso era stata dichiarata illegittima l’archiviazione nei confronti degli agenti egiziani accusati dell’omicidio del ricercatore friulano Giulio Regeni, oggi sono state rese note le motivazioni con il deposito della la sentenza della Corte Costituzionale. Si legge nella motivazione della Consulta: “Non è accettabile, per diritto costituzionale interno, europeo e internazionale”, la paralisi sine die del processo per i delitti di tortura commessi da agenti pubblici, quale deriverebbe dall’impossibilità di notificare personalmente all’imputato gli atti di avvio del processo a causa della mancata cooperazione dello stato di appartenenza. Questa impossibilità – si legge ancora, “si risolve nella creazione di un’immunità de facto, che offende tra l’altro i diritti inviolabili della vittima e il principio di ragionevolezza.” Ovviamente è un passo importante per avviare un processo che però resta viziato dalla impossibilità, nel caso di condanna, di assicurare i presunti colpevoli nelle mani della giustizia perchè i quattro spioni si guarderanno bene di entrare in Italia, anche se con le risorse a disposizione non sarà di certo complicato per loro avere dei “veri” falsi documenti. Impensabile poi che una eventuale richiesta di estradizione possa essere accolta dalla “giustizia” egiziana.