Progetto inclusione dell’ Ateneo Friulano dedicato a ragazzi con fragilità
Una esperienza di formazione e inclusione sociale di ragazzi in condizione di fragilità in un contesto rurale, a contatto con piante, animali e all’aria aperta con una ricaduta positiva sul benessere individuale. È il progetto Spaziaperti, realizzato dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) e dall’Università di Udine con il Centro solidarietà giovani “Giovanni Micesio” di Udine e il sostegno della Fondazione Friuli.
Lunedì 30 settembre, alle 11, nella sede di Pagnacco (via San Mauro 2) dell’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” dell’Ateneo friulano verrà inaugurato il Percorso didattico concretizzato nell’ambito del Progetto Spaziaperti.
Il Percorso consiste in una serie di pannelli informativi a scopo divulgativo-turistico realizzati dai giovani in carico all’Asufc supportati dal Centro “Micesio” e da docenti e personale dell’Ateneo.
Alla presentazione interverranno: il direttore dell’Azienda agraria, Piergiorgio Comuzzo, e la responsabile del Servizio professionale sociale dell’Asufc, Adriana Bressan; il direttore della Direzione Servizi sociosanitari dell’Asufc, Massimo Di Giusto; il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton; il presidente del Centro “Giovanni Micesio”, don Giuseppe Faccin; il presidente e il direttore della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini e Luciano Nonis; la referente del Percorso didattico, Lucia Piani; e i referenti operativi del percorso formativo dei ragazzi, Rosanna Pavisano e Oscar Serafini del Centro di formazione professionale “lab” di Udine.
Il progetto è realizzato all’interno di una convenzione tra il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine e l’Asufc. «L’iniziativa – spiega il direttore del Dipartimento, Edi Piasentier – nasce dall’interesse comune a collaborare sul piano della ricerca, formazione interdisciplinare e sperimentazione di attività agricole e zootecniche attente alla valorizzazione del territorio, alla sostenibilità economica, sociale e ambientale riconoscendo il forte legame tra benessere animale, benessere dell’uomo e condizioni fisiche e sociali dell’ambiente, cioè l’approccio chiamato “One Welfare”».
Il direttore dell’Azienda agraria universitaria, Piergiorgio Comuzzo, sottolinea come «il percorso arricchisca ulteriormente le strutture della “Servadei” a disposizione di studenti e docenti per attività didattiche, di ricerca e sperimentali. I ragazzi e i loro coordinatori – evidenzia il professor Comuzzo – hanno svolto un lavoro eccezionale e la collaborazione con Asufc ci consente di dare all’Azienda un ruolo attivo nella politica di inclusione che caratterizza il nostro Ateneo». L’Azienda agraria “Servadei” è infatti riconosciuta come “Fattoria didattica e sociale” dall’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale.
Infatti, evidenzia la responsabile del Servizio professionale sociale dell’Asufc, Adriana Bressan, «grazie alle norme sull’Agricoltura sociale, l’Asufc ha potuto sperimentare l’efficacia dei percorsi realizzati nelle fattorie sociali a supporto di terapie mediche, psicologiche e riabilitative. Molti studi di livello internazionale confermano che “stare nella natura” migliora le condizioni di salute, emotive, cognitive e le funzioni sociali delle persone e l’utilizzo delle risorse materiali e immateriali dell’agricoltura rappresenta un importante fattore di benessere ed inclusione».
Per cui, spiega la referente del Percorso didattico, Lucia Piani, «da questi presupposti nasce il progetto Spaziaperti che, coniugando le finalità didattiche dell’Azienda agraria con gli obiettivi di salute dell’Azienda sanitaria, ha voluto contribuire all’apertura delle realtà didattica e di ricerca universitaria al territorio e alla realizzazione di processi formativi e riabilitativi rivolti a persone in cura».
Spaziaperti è un nome che contiene l’acronimo “Azia” con cui viene intesa l’Azienda agraria universitaria, il termine “spazi” riferito ai luoghi mappati e descritti e l’aggettivo “aperti” che rappresenta la peculiarità delle sperimentazioni multidisciplinari in corso presso la “Servadei” e la sua apertura al territorio.