Propaganda anche sui morti di Marcinelle, Salvini riesce a tirare fuori il tema che l’assilla, i migranti
A 63 anni di distanza, ci hanno pensato fra gli altri il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e il ministro dell’Interno Matteo Salvini a ricordare la tragedia, commemorando i minatori caduti a Bois du Cazier. Nel farlo però il leader della Lega non ha resistito ad introdurre il tema per lui pilastro della sua stessa estenza politica, quello dei migranti e ha voluto precisare che non bisognare fare alcun paragone tra i nostri connazionali emigrati per lavoro – come i 136 morti del disastro di Marcinelle – e i tanti clandestini di questi anni. A fatto bene Salvini a marcare la differenza che è solo in un aspetto, il atto che i nostri connazionali dal 48 e fino agli anni 60 furono ceduti come carne da macello non da trafficanti di uomini o “scafisti” e neppure da odiate Ong, ma direttamente dallo Stato Italiano che li cedette come merce di scambio, come cose, come schiavi, al Belgio in cambio del carbone di cui tanto aveva bisogno l’imprenditoria nazionale. Una macchia indelebile nella coscienza delle classi dirigenti dell’epoca i cui nipotini, temiamo, sono ideologicamente anche, ma ahimè non solo, i leghisti odierni. Una volta tanto dobbiamo dare ragione al commento di Debora Serracchiani che parla, riferendosi al ministro degli Interni, di “Sconforto per chi usa tragedia per propaganda”.
“Onoriamo tutti i caduti di questa tragedia del lavoro e dell’emigrazione italiana, dice Serracchiani, ricordiamo i friulani che persero la vita nelle viscere di questa miniera, dove si immergevano ogni giorno per dare pane alle loro famiglie. Nel giorno della memoria dolente, la pietà e l’umana solidarietà raccoglie con loro i nomi di quanti anche oggi perdono la vita sul posto di lavoro. Dalle gallerie sepolte di Marcinelle si alza una forte e universale richiesta di giustizia e di diritti, perché la morte sul lavoro è l’estremo esito di una realtà fatta di sfruttamento, norme calpestate o ignorate, silenzio colpevole”. La parlamentare esprime inoltre “tristezza e sconforto per le parole di chi, anche oggi sempre e implacabilmente, trova il modo di parlare di ‘clandestini’ usando anche Marcinelle per dividere e far propaganda”.
Per fortuna, almeno nella dichiarazione ufficiale il govenatore Massimiliano Fedriga ha avuto ilpudore istituzionale di non segiire sulla strda della propaganda xenofoba il suo “capitanoo”. “È doveroso il ricordo per le vittime dei tragici eventi di Marcinelle in cui morirono anche i nostri corregionali, emigrati in cerca di lavoro nelle miniere del Belgio, ha scritto una nota del’agenzia di stampa regionale riferendo la dichiarazione di Fedriga, un anniversario che, oltre a ricordare la vicinanza della Regione ai familiari, deve essere monito per tenere sempre alta la cultura della sicurezza esercitando prevenzione e vigilanza a tutela della vita e della salute dei lavoratori”.