Quanto il bue dice cornuto all’asino… dimenticando che chi semina vento raccoglie tempesta

La ministra della Famiglia Eugenia Roccella è stata contestata al Salone del Libro di Torino. Bene, le proteste sono legittime soprattutto quando il politico di turno porta avanti contenuti ideologici altamente lesivi delle libertà individuali con la violenza tipica delle destre autoritarie che il governo Meloni ben rappresenta. Insomma chi semina vento raccoglie tempesta ed allora inutile gridare allo scandalo e non tollerare l’opposizione, soprattutto quando questa viene dal basso. Le proteste infatti sono state organizzate dagli attivisti di Extinction Rebellion e dalle femministe di Non una di Meno, non da pericolosi  provocatori  e anche se oggi Roccella & c danno dei fascisti agli antifascisti, è come quando il bue dice cornuto all’asino. Dopo essere stata contestata la ministra Eugenia Roccella infatti dice che è stato antidemocratico impedirle di parlare e se la prende con il direttore Nicola Lagioia che, da parte sua commenta e rilancia: “Le contestazioni, purché non violente, sono legittime. L’aspetto grave della vicenda è che io sono stato aggredito dalla deputata Montaruli, una rappresentante delle istituzioni”. Ed in effetti la polemica si è accesa e secondo la narrazione che la televisione ormai tutta allineata di “stato” ha abbracciato dando voce alla narrazione governativa, la colpa oltre che degli attivisti, sarebbe appunto del direttore del Salone, lo scrittore Nicola Lagioia, che non avrebbe bloccato in modo risoluto la protesta e avrebbe anzi legittimato i manifestanti invitandoli al dialogo. La vicenda dovrebbe spingere a più di una riflessione, soprattutto sul fatto che in questi tempi di oscurantismo mediatico bisognerebbe tenere presente che anche legittime proteste finiranno per essere travisate, strumentalizzate e narrate in funzione ideologica. Questo perché la destra è bravissima nell’inserire proprio uomini nel mondo della comunicazione intimidendo gli altri. Non importa se sono per lo più mediocri, tanto la cantilena che devono mettere in atto, con cultura e verità, hanno ben poco da spartire. Certo si potrà obiettare che anche la sinistra in passato  ha imposto propri uomini nei media, vero, con la differenza che questi hanno cercato di aprire alle posizioni degli altri ritenendo la libertà di opinione un valore, ma più per buonismo che per ragionata convinzione. Per non dire poi che alcuni di questi si sono più o meno lentamente riposizionati al nuovo corso. La destra no, loro non hanno sfumature, l’avversario è nemico da abbattere, del resto sono eredi di manganello, olio di ricino e braccio alzato. Certo le donne che ieri hanno contestato con durezza la Roccella forse hanno sbagliato a non lasciarla parlare, ma non si trattava di rappresentanti delle istituzioni o di personale politico di professione, ma di giovani che vedono minacciate le conquiste operate, in decenni di lotta, dalle loro madri e nonne. Poco importa allora ai media, ormai di regime, se in realtà nel video condiviso sui social si vede soprattutto la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli gridare “vergogna” a Lagioia mentre scende dal palco. Le colpevoli sono quelle ragazze, identificate e denunciate come fossero pericolose terroriste. Questa la narrazione che viene fatto “erga omnes”, basta guardare i servizi della Rai per rendersene conto. Non è certamente sufficiente il contrasto di parte della carta stampata per sovvertire e imporre la verità le cose. In un’intervista con La Stampa, Lagioia ha ribadito: “L’aspetto grave della vicenda è tutto nel fatto di essere stato aggredito da quella che è comunque per il suo stesso ruolo una rappresentante delle istituzioni. Qui c’è qualcosa che non va, perché se un ragazzo mi urla contro ci può stare. Se lo fa Montaruli il livello cambia, e di molto. E soprattutto quel riferimento ai “soldi” che mi sarei “preso”, o addirittura il rullo di tamburi da far risuonare quando me ne andrò. Lo sa che me ne sono già andato, che il mio mandato è concluso? Questo considerare un intellettuale che fa un certo lavoro col sostegno delle istituzioni come un loro dipendente, uno che è al loro servizio “per soldi” è grave, è una sgrammaticatura istituzionale”. Ovviamente il lettore medio de la Stampa, così come di Repubblica e del Corriere,  non necessitano di essere convinti, perchè ormai a sinistra si parla solo a se stessi.  Ed anche le rassegne stampa in Tv disattivano le posizioni mettendo sullo stesso piano quotidiani con tirature di poche migliaia di copie con quelli più letti. Per non parlare delle onnipresenti comparsate Tv di Direttori di testate che rappresentano poco più di se  stessi,  ma soprattutto i desiderata di governo senza neppure preoccuparsi di cadere nel ridicolo.  Ed ecco allora anche la lettura dei fatti di Torino e la gran cassa mediatica che è stata orchestrata, risulta funzionale alla propaganda. La polemica, probabilmente, senza la sguaiata piazzata della passionaria di turno Montaruli, sarebbe rimasta confinata nello stand o poco oltre. Invece si è ingigantita dando il più classico degli assist alla presidente del consiglio: “Quanto accaduto oggi al Salone del Libro di Torino è inaccettabile e fuori da ogni logica democratica, dice Giorgia Meloni secondo cui altrettanto inaccettabile è “l’operazione dei soliti noti di capovolgere i fatti, distorcendo la realtà e giustificando il tentativo di impedire a un ministro della Repubblica di esprimere le proprie opinioni. Come al solito chi pretende di darci lezioni di democrazia non ne conosce le regole basilari”. Che dire, forse varrebbe la pena citare Sandro Pertini secondo cui il fascismo non può mai morire perchè si identifica sempre con l’ignoranza. Peccato che a sinistra non si sia applicata fino in fondo l’altra parte del pensiero di Pertini, quando spiegava che “tutte le idee vanno rispettate. Il fascismo, no. Non è un’idea. E’ la morte di tutte le idee” e che per buonismo e timidezza si sia lasciato proliferare e moltiplicarsi una destra estrema mascherata che cerca di dimostrarsi tollerante ma che poi, come nella fiaba della rana e dello scorpione, mostra la propria vera natura. Il problema non è neppure, o meglio non solo, i canti “faccetta nera”, le commemorazioni di violenti picchiatori all’ombra dell’immancabile braccio teso, il problema sono le politiche ed i tentativi di picconare la Costituzione. E la sinistra cosa fa? Chiede le dimissioni al vento, come se stesse trattando con dei galantuomini….