Quell’anno di scuola, tratto dal romanzo di Giani Stuparich da giovedì in scena per 5 date nel Circuito ERT

Il romanzo Un anno di scuola di Giani Stuparich, nell’adattamento e regia di Alessandro Marinuzzi per il Teatro Stabile del FVG e per lo Stabile del Veneto, arriva per cinque serate nel Circuito ERT. Quell’anno di scuola, questo è il titolo dello spettacolo che ha in Ester Galazzi e Riccardo Maranzana gli interpreti principali, sarà giovedì 18 gennaio all’Auditorium Alla Fratta di San Daniele del Friuli, venerdì 19 gennaio all’Auditorium Biagio Marin di Grado, sabato 20 gennaio all’Auditorium Comunale di Lestizza, domenica 21 gennaio all’Auditorium Centro Civico di San Vito al Tagliamento e, infine, giovedì 25 gennaio al Teatro Odeon di Latisana. Tutte le serate avranno inizio alle 20.45 e sui palchi regionali saliranno anche i giovani attori del progetto TeSeO del Teatro Stabile del Veneto: Meredith Airò Farulla, Riccardo Bucci, Davide Falbo, Chiara Pellegrin, Emilia Piz, Gregorio Righetti, Andrea Sadocco e Daniele Tessaro.

Il progetto è nato nell’estate del 2021 quando il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha organizzato tre maratone letterarie nel Giardino di Piazza Hortis a Trieste: uno dei romanzi letti è stato proprio Un anno di scuola e immediata è stata l’idea di portarlo in scena. L’adattamento è stato affidato a Alessandro Marinuzzi che fu giovane interprete della serie televisiva tratta dal romanzo nel 1977 per la regia di Franco Giraldi. «Si tratta di una struggente rivisitazione d’ispirazione autobiografica – questo il commento del regista – della Trieste di primo Novecento, della sua gioventù e del suo ambiente culturale, a pochi anni dallo scoppio di quella prima guerra mondiale che cambiò molti destini collettivi e individuali, ma è anche uno strumento per mettere criticamente a confronto la società e i giovani di allora con quelli di oggi».

Siamo a Trieste nel 1909. Per la prima volta una ragazza accede all’ottavo anno del Ginnasio Comunale Superiore, da cui il viatico per l’Università e per ambire all’indipendenza. Antesignana e coraggiosa, fragile e forte, sola femmina ammessa in una scuola tutta maschile, Edda vuol essere considerata semplicemente “uno fra i molti compagni di classe”, ma diviene suo malgrado l’incarnazione dolce e irriverente di un ideale femminile che turba i compagni.

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