Raccolta dei rifiuti, De Toni: «Il modello Fontanini va cambiato»

«Per capire che il “modello Fontanini”, non va bene e non piace agli udinesi, il sindaco ci ha impiegato quasi 5 anni? Un applicato indistintamente a tutti senza prima ascoltare esigenze, necessità e problematiche di cittadini e, aggiungo, amministratori di condominio e attività commerciali. Non bastano solo i cassonetti intelligenti, ma deve essere intelligente anche l’applicazione».

Il candidato sindaco Alberto Felice De Toni non usa giri di parole per criticare l’attuale sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta, tema al centro oggi, 24 marzo, di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle quattro liste in suo sostegno, ovvero Alessandro Venanzi (Pd), Federico Pirone (Lista De Toni Sindaco), Andrea Zini (Terzo Polo) e Arianna Facchini (Alleanza Verdi e Sinistra).

«Come si può pensare – ha commentato De Toni – che in un condominio di 20 o 30 appartamenti, alcuni magari di pochi metri quadri e per di più senza terrazzo, i cittadini si possano tenere in casa cinque bidoncini? Quel sistema può andare dove sussistono le condizioni per poterlo fare, non dovunque. Non è quindi il porta a porta che è fallito, ma il modello Fontanini».

Gli hanno fatto eco i rappresentati delle quattro liste a suo sostegno. «Il principale oppositore di Fontanini in questi anni è stato Fontanini stesso – ha denunciato Alessandro Venanzi –. Non c’è stata infatti una volta in cui il sindaco abbia portato avanti fino in fondo quello che aveva promesso di fare all’inizio, da via Mercatovecchio alla ex Dormisch fino al tema dei rifiuti. Nel 2019, come opposizione, abbiamo presentato un ordine del giorno in cui si chiedevano isole ecologiche e un ripensamento del modello. Un ordine del giorno approvato all’unanimità dall’intero Consiglio comunale, quindi anche dalla maggioranza, smentendo così pubblicamente l’approccio ideologico del sindaco. Quello che noi proponiamo – ha concluso – è un nuovo modello basato sull’ascolto dei cittadini e che si basi su tariffe che tengano conto di quanto si differenzia. In poche parole più differenzio, meno pago».

Duro nei commenti anche Federico Pirone. «Gli udinesi – ha spiegato – sono persone intelligenti e hanno memoria di quanto promesso e non mantenuto. Siamo convinti che non si faranno illudere dalle tipiche promesse elettorale che Fontanini e giunta stanno dispensando. Mi chiedo – ha proseguito – se quando parliamo di questo sindaco sia lo stesso che ha governato negli ultimi 5 anni, visto che pare abbia cambiato idea o prometta miglioramenti su praticamente tutto quello che ha fatto nei cinque anni precedenti».

«Quello che noi proponiamo – gli ha fatto eco Andrea Zini – è un approccio diverso, soprattutto di metodo e che proceda non per tentativi come è stato fatto fino ad ora. Quello che constatiamo parlando con le persone – ha spiegato – è la mancanza di pulizia della città e un senso di trascuratezza che Udine non merita». Sulla necessità di un cambiamento si è soffermata anche Arianna Facchini. «Il sistema del porta a porta – ha commentato – è certamente un metodo che aiuta nell’ottica di una politica ambientale da perseguire, ma così come è stato pensato non funziona e sono gli stessi cittadini a dirlo. Ecco perché va modulato sulle singole, reali, esigenze abitative».

Il “cambio di passo”

Quello che De Toni e la coalizione propongono, dunque, è una vera mappatura che consenta di individuare le aree in cui può sussistere il porta a porta (villette con giardino, piccoli condomini con spazi esterni privati), altre in cui realizzare dei cassonetti di prossimità per quei condomini che non hanno spazio a disposizione, altre con delle isole ecologiche per grandi condomini e infine altre, in particolar modo in centro storico, con cassonetti a scomparsa. «Il concetto – prosegue De Toni – è che si è scaricato sugli udinesi il problema della gestione dei rifiuti senza che questo si tramutasse in una reale e vantaggiosa riduzione della Tari e senza un cospicuo aumento della percentuale della differenziata. Gli udinesi non solo sono stati virtuosi e pazienti, ma nel 2022 si sono visti pure aumentare i tributi del 4,1% rispetto all’anno prima, come confermato da Cittadinanza Attiva. È ora che l’udinese paghi per quanto conferisce e questo doveva essere fatto sin dall’inizio, perché proporlo adesso in campagna elettorale non fa che arrabbiare i cittadini che chiedono al sindaco perché non ci abbia pensato in questi cinque anni».

Lo spazzino di quartiere

Nel programma di De Toni, poi, anche l’istituzione dello “spazzino di quartiere”. «Un servizio che già funziona benissimo in altre città – spiega il candidato – e che contribuisce, grazie al rapporto costante con i cittadini del quartiere dove opera, a mantenere puliti i marciapiedi e intervenire su segnalazione dove serve. Un vero e proprio presidio di quartiere – ha commentato De Toni – che riporti criticità o necessità riscontrate direttamente dai cittadini e dalle attività, che si occupi della raccolta dei rifiuti abbandonati intorno ai contenitori, che provveda alla pulizia intorno alle isole ecologiche, verifichi il buon funzionamento dei cassonetti o segnali quando questi sono pieni così come la presenza di rifiuti ingombranti abbandonati».

Più cestini in città

Tra punti presentati anche l’aumento del numero di cestini in città, ma soprattutto la sostituzione con dei cestini per la raccolta differenziata. «Questa giunta – ha proseguito De Toni – ha tolto cestini, al posto di aumentarli, perché le persone li riempivano con i rifiuti di casa. Tutto questo da un lato dimostra il fallimento dell’attuale porta a porta e dall’altro non ha fatto altro che provocare un oggettiva assenza di decoro».

«Il tema dei rifiuti per noi è al primo posto – ha concluso il candidato – perché su questo sono interessate tutte le persone della nostra città ed è l’impatto più trasversale di tutti i servizi cittadini. Certo, invece di rifiuti dovremmo parlare di sviluppo della città. Purtroppo, però, questo è quello che ci consegna Fontanini e su questo ci impegniamo fin da subito senza alcun approccio ideologico, ma solo con la volontà di ascoltare e risolvere le criticità per il bene di Udine».