Regionalismo, Ateneo di Udine al 1° Festival di Regioni e Province autonome
Anche l’Università di Udine parteciperà al primo Festival delle Regioni e delle Province autonome in programma a Milano lunedì 5 dicembre. Il contributo scientifico dell’Ateneo friulano sulle prospettive del regionalismo in Italia sarà portato dalla direttrice del Dipartimento di scienze giuridiche, Elena D’Orlando, che è anche presidente della Commissione paritetica Stato-Regione Fvg. La manifestazione prevede momenti di confronto istituzionale e approfondimento scientifico. La professoressa D’Orlando interverrà al secondo dei cinque tavoli di lavoro previsti, dedicato a “Il modello dell’urbano-regionale: come le Regioni possono tenere assieme città e territori”. Il giorno seguente, martedì 6 dicembre, l’esito dei lavori sarà presentato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’idea che la professoressa D’Orlando porterà al tavolo è quella di una Regione come baricentro della comunità territoriale, in un rapporto di “alleanza” con il sistema degli enti locali.
Per Elena D’Orlando, infatti, «la Regione può realizzare, nel rapporto con gli enti locali, un sistema originale e integrato, rispetto al quale manifestare la sua capacità politica e di indirizzo e attraverso il quale dimostrare, più in generale, il fondamento e la legittimazione della propria autonomia. La disciplina degli enti locali riflette infatti la capacità di adeguare gli assetti istituzionali all’idea di comunità in cui ci si riconosce, che a sua volta trae origine da molteplici e radicati fattori identitari. Alcune Regioni hanno saputo sfruttare i margini di autonomia loro riconosciuti per affermarsi come baricentro della comunità territoriale, altre meno».
In questo quadro, prosegue D’Orlando, «è auspicabile, innanzitutto, che si diffonda una cultura politica e amministrativa che renda gli attori istituzionali realmente consapevoli del proprio ruolo e degli obiettivi perseguibili. Questa, probabilmente, è oggi la sfida più ardua e anche imminente, se si pensa all’attuazione del Piano azionale di ripresa e resilienza. Sul piano normativo, ragionando a Costituzione invariata – evidenzia la giurista dell’Ateneo friulano –, per agevolare la costruzione di sistemi territoriali integrati Regione-enti locali potrebbero essere sufficienti puntuali emendamenti alla legislazione vigente. Interventi normativi che mirino alla valorizzazione e al potenziamento delle prerogative regionali, da esercitare in un dialogo costante con i soggetti del governo locale».
D’altra parte, per alcuni aspetti, «l’esperienza delle autonomie speciali alpine può essere un utile punto di riferimento – sottolinea D’Orlando –, mentre, su un altro piano, è da considerare con interesse la richiesta di acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sugli aspetti organizzativi e funzionali dell’ordinamento locale, avanzata da parte di talune Regioni ordinarie in sede di negoziazione».
In una prospettiva più generale, «l’idea di sistema regionale integrato – rimarca la professoressa – può rivelarsi importante non solo, in concreto, per consolidare dalle fondamenta l’edificio della finanza pubblica allargata, dalla cui salute dipende la credibilità di un Paese, ma anche per ridefinire, su rinnovate basi teorico-generali, la stessa essenza concettuale dello Stato. Tale impostazione, infatti, potrebbe risultare idonea a segnare un punto di inversione della sempre più diffusa e negativa tendenza alla deresponsabilizzazione civica e – conclude il ragionamento D’Orlando – a propiziare un nuovo modo di intendere lo Stato come fattore integrante e, al tempo stesso, attore di una rete di sistemi di governo che collaborano tra loro, in un processo di rinnovamento mutuo e permanente».