Reintroduzione delle province elettive in Fvg. Primo passo parlamentare in avanti, ma la strada è ancora lunga
Approvata in prima lettura alla Camera la modifica dello Statuto del Friuli Venezia giulia, che prevede l’introduzione degli enti di area vasta, ovvero il ritorno delle Province, con elezione diretta. Si può dire che anche se il traguardoo finale è in vista di strada il provvedimneto dovrà farne ancora al Senato e poi tornare alla Camera in seconda lettura. Per ora il centrodestra ha incasato 150 voti favorevoli e 15 astenuti. 91 invece contrari. Come accennato si tratta di un primo passaggio dato che dopo l’approvazione in Senato andrà in seconda lettura dato che lo Statuto di Regione autonoma è legge costituzionale. Il voto parlamentare sulla revisione dello Statuto regionale segna “un passo decisivo verso il ritorno dei cittadini al centro della vita democratica. Infatti, ha dichiarato la viceministra Gava i qualità di relatrice per il governo del provvedimento in aula: “ho sempre ritenuto forzata la cancellazione di questi enti”. Di parere opposto Debora Serracchiani, secondo cui 1queta riforma in Fvg è per il ceto politico e non per i cittadini. “Questa riforma è in realtà la scelta del governo di introdurre l’elezione diretta che ora non è prevista e non dà risposta ai bisogni dei cittadini: quali sono le funzioni affidate agli enti di area vasta e dove si trovano le risorse tali funzioni?”. “In Fvg non è necessaria una riforma costituzionale – continua la parlamentare – per reintrodurre le province o enti di area vasta perché questi enti di decentramento regionale sono già esistenti. Se il fine fosse quello di avere enti intermedi di raccordo più ‘ampi’ dei comuni e meno ‘lontani’ dalla regione, per una migliore gestione del territorio, saremmo tutti d’accordo. Ma non è questo il caso”. “Avremmo votato positivamente se fossero state specificate queste funzioni in modo chiaro ma tutto questo non c’è. Né funzioni, né soldi. Invece di una riforma che è una scatola vuota dovevate pensare alla sanità, alle infrastrutture, all’edilizia scolastica del Fvg. Date risposta ad un ceto politico, non ai cittadini”, conclude Serracchiani.
Soddisfazione invece arriva dal Presidente della giunta Regionale del Fvg Massimiliano Fedriga: “Torniamo finalmente ad una questione di organizzazione istituzionale che possa dare risposte ai cittadini di questa regione, far scegliere a loro come viene amministrato il territorio, mi auguro che anche il Senato possa votare nei tempi più rapidi possibili”.
Numerosi i commenti della politica regionale soprattutto dall’opposizione:
Province: Moretti (Pd), sbagliato reintrodurle, da destra propaganda
«Il ripristino delle Province in Fvg, con il primo passaggio alla Camera, è un passo indietro che finirà per nuocere ai Comuni e sarà utile solo alla Lega e alla destra per la propria propaganda». Lo afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti commentando l’esito delle dichiarazioni di voto alla Camera dei deputati in merito al ripristino di enti di area vasta, in sostanza le ex Province, nello Statuto del Friuli Venezia Giulia.
«Dopo aver immobilizzato il sistema degli enti locali, non affrontando uno dei problemi e difficoltà dei Comuni (in particolare di quelli più piccoli) anzi aggravandoli, adesso la destra pensa di offrire una falsa soluzione con il ritorno degli enti intermedi» afferma Moretti ricordando che «dieci anni fa il Consiglio regionale decise all’unanimità, compreso lo stesso centrodestra che oggi fa marcia indietro, di superare le Province». Secondo il capogruppo Pd, «è bene ricordare che alla base di tale scelta ci fu la valutazione che una regione con 1,2 milioni di abitanti, avrebbe avuto bisogno di un sistema snello basato su due livelli, Regione e Comuni, e non di nuovi livelli di governo elettivi. I Comuni, i cittadini e le imprese in questi anni non si sono di certo accorti della mancanza delle Province: preferiremmo che si aiutassero di più i Comuni, alle prese con enormi problemi di personale, ai quali sarebbe più utile un coordinamento di area vasta vero e non quello formale delle neo-Comunità. Così, invece, siamo fuori strada».
Moretuzzo (Patto): «Vecchie Province inutili, su aree vaste servono idee nuove»
«Prendiamo atto dell’ulteriore passaggio parlamentare che prevede il nuovo inserimento degli enti elettivi di area vasta nello Statuto regionale, augurandoci che la maggioranza cambi idea rispetto a quanto dichiarato finora rispetto alla riproposizione della situazione preesistente all’abolizione delle Province. La reintroduzione delle vecchie quattro Province in Friuli-Venezia Giulia riporterebbe indietro le lancette della storia riesumando uno strumento napoleonico, eliminato all’unanimità dal Consiglio regionale solo 10 anni fa. Non è questo che serve alla nostra Regione». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo alla notizia della prima approvazione, alla Camera dei deputati, della modifica dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia con la reintroduzione di enti di area vasta (ex Province).
«Se dobbiamo ragionare di enti di area vasta, vanno messe sul tavolo tutte le variabili di un nuovo assetto istituzionale che tenga conto di almeno alcune questioni fondamentali: la crisi strutturale in cui si trovano i Comuni, la necessità di decentrare una macchina regionale diventata elefantiaca e la rappresentanza del policentrismo di una regione composita – afferma Moretuzzo –. Di tutto questo oggi non c’è traccia nei proclami del centrodestra al governo a Roma e a Trieste. Anzi, in Parlamento in una riforma di rango costituzionale si interviene unilateralmente modificando lo Statuto di Autonomia del Friuli-Venezia Giulia, eliminando un elemento di garanzia delle minoranze come il referendum abrogativo delle leggi elettorali, inserito in norma al tempo dell’introduzione dell’elezione diretta del Presidente proprio per tutelare gli equilibri democratici. Con queste forzature si mina nei fatti la possibilità di un ragionamento serio e costruttivo su un passaggio istituzionale molto importante e delicato, rispetto al quale non intendiamo sottrarci al confronto».
«Auspichiamo pertanto che in Consiglio regionale ci sia la possibilità di discutere davvero nel merito della questione, in particolare rispetto a come i nuovi enti potranno essere utili per risolvere le criticità dei Comuni, uscendo dalla sterile contrapposizione e cercando di trovare un nuovo assetto che tenga conto di quello che serve al sistema economico e sociale del Friuli-Venezia Giulia del futuro», conclude Moretuzzo.
Capozzi M5S: “La reintroduzione delle province è solo un ulteriore contentino per mantenere in equilibrio il governo”.
«Il ripristino delle province non può trovarci d’accordo, lo abbiamo sempre espresso e continueremo a farlo. Si risolvono in contenitori che per noi si traducono soltanto in ulteriori poltrone da dividere senza che sia stato specificato che funzioni esplicheranno e come verranno finanziate, con la conseguenza che questo ulteriore “contentino” graverà sul bilancio della nostra Regione.
Peraltro rischiano di diventare delle cattedrali nel deserto; abbiamo i nostri Comuni in forte affanno per la carenza di personale qualificato, quindi ci chiediamo come possano strutturarle con questo gap che, al momento, non è stato colmato negli enti già esistenti. Siamo di fronte all’ennesimo provvedimento contentino per la forza politica richiedente. I cittadini pagheranno per delle scelte fatte per mantenere in equilibrio questo governo».
Così in una nota la consigliera regionale del M5S Rosaria Capozzi a seguito dell’approvazione alla Camera della reintroduzione delle province.