Report sulle frodi agroalimentari Fareambiente 2021: il Friuli Venezia Giulia al terzo posto in questa triste classifica dopo Lombardia e Campania

“Quest’anno la Lombardia è la prima regione per gli illeciti, seguita dalla Campania e dal Friuli-Venezia Giulia”, questa la dichiarazione di Vincenzo Pepe presidente di Fareambiente nel corso di una conferenza stampa nella quale è stato presentato il report 2021 alla Camera dei Deputati sulle frodi agroalimentari.  Report elaborato con i dati di Nas, Rac e ICQRF e che quindi dovrebbe essere affidabile. La regione Lombardia ha spiegato Pepe è la regione che ha mostrato, secondo i dati dei Rac (Reparti anticontraffazione Carabinieri) frodi alimentari per un valore pari a 791.710,00 euro e un contro valore di 949.040,00 euro e per un totale di 77.346,45 kg d merce seguito dalla Campania con in valore di 411.965,00 euro. In base a tali indagini  il settore con maggiori danni è stato quello lattiero caseario con 412.500 euro  preceduto solo dalla macro categoria altri prodotti, mentre il settore che ha subito meno danni è stato quello cerealicolo. Per quanto concerne, invece i marchi di qualità è stato il Friuli-Venezia Giulia ha ottenere il primato con un valore di merce sequestrato pari a 193.912,50 euro che in considerazione delle dimensioni della regione è un dato enorme. “Da dodici anni Fareambiente ha preso a cuore insieme alle forze dell’ordine il tema del contrasto alle frodi agroalimentari. In questo secondo anno di pandemia, ha spiegato il presidente Pepe, voglio iniziare subito con un dato positivo che è quello dell’aumento del 3% di consumi a marzo 2021, ma all’aumento del consumo è coinciso un aumento del 10% dell’illecito, soprattutto nella richiesta dell’agroalimentare, con minor controlli rispetto alla grande distribuzione”. Nel corso del 2020 il comando dei carabinieri per la tutela della salute  ha eseguito  complessivamente  27.926 controlli su tutto il territorio nazionale, ben  il 26% dei controlli compiuti sono risultati non conformi. Il settore che è risultato maggiormente oggetto di illeciti è stato quello della ristorazione  per circa il 30% seguito dalle farine, paste, e pasta per il 29% e alimenti vari per il 27%, carni per il 27%, latte e derivati per il 24%. Sul web, in particolare, grazie alla continua collaborazione con i web marketplace, nel 2020 ICQRF ha attivato ben 1.079 interventi a tutela delle produzioni italiane, con il 99% di successi. In qualità di Food Fraud Contact Point (FFCP) tra Italia e UE, nel corso del 2020, ICQRF ha invece gestito 127 interventi, 88 dei quali su segnalazione di altri Stati membri e 39 di iniziativa italiana. In 11 casi la segnalazione è stata fatta nell’ambito del piano coordinato di controllo UE attivato per contrastare l’illegale vendita e pubblicità sul web di prodotti con illeciti riferimenti alla prevenzione e cura del COVID-19. Nel 2020 l’ICQRF ha avviato procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni che hanno riguardato 1.142 casi: 955 prodotti in vendita sul marketplace e-Bay, 88 quelli su Amazon, 24 su Alibaba e 12 su Rakuten; 32 casi hanno riguardato prodotti vitivinicoli e 31 prodotti agroalimentari. Sul podio dei prodotti contraffatti l’olio di Puglia, seguito dall’olio di Calabria, il prosecco e il parmigiano Reggiano.  “Noi di Fareambiente – spiega il presidente dell’associazione ambientalista – pensiamo che per combattere la contraffazione sia necessario che il consumatore abbia più accortezza quando va ad acquistare un prodotto agroalimentare, perchè non si tratta semplicemente di un acquisto ma della sua salute. D’altro canto il Parlamento deve fare la sua parte facendosi carico della battaglia che portiamo avanti da anni di conoscere la provenienza e l’etichettatura dei nostri prodotti”.