Ricordo e Commozione: La Staffetta alpina a Longarone ricordando la tragedia del Vajont

La Staffetta degli Alpini del 7° in corso in questi giorni  si è diretta verso Longarone. Agostini, Arcaro, Baiocco, Costa, Daddesa, Di Bianco, Faggiano, Ganz, Leone, Lisetto, Lombardo, Russo, Usai, Vetrella: sono i 14 alpini del 7° reggimento provenienti da tutte le Regioni italiane che hanno portato la Fiaccola a Longarone. Nel 1963 il paese fu praticamente cancellato dalla massa d’acqua che tracimò dal bacino della diga del Vajont, nel quale precipitò una gigantesca frana staccatasi dal monte Toc. Il fondovalle fu devastato da migliaia di tonnellate di acqua e detriti, i morti furono quasi duemila, con molti bambini tra le vittime. Gli alpini in armi e quelli in congedo accorsero sul posto per aiutare la popolazione, in uno degli scenari più drammatici mai visti nella storia nazionale. Le penne nere si distinsero pienamente in quello che fu uno straordinario sforzo di solidarietà collettiva, premiato con la medaglia d’oro al valor civile alla bandiera del 7° Alpini e con la cittadinanza onoraria di Longarone all’Associazione Nazionale Alpini, consegnata nel 2015 al Presidente Sebastiano Favero. La staffetta del 7° Alpini ha reso gli onori ai Caduti al monumento ed è ripartita alla volta del Lago di Santa Croce facendo una sosta ai piedi del Lago, a Farra d’Alpago, per deporre una corona d’alloro al monumento ai Caduti e Dispersi della “Julia”, nella Campagna di Russia. Nel centro abitato di Soverzene, piccolo centro di 350 abitanti, è stata emozionante la sosta sotto l’abitazione di un Alpino, Ilario Tramontin, il più vecchio Alpino della zona, di 84 anni, che ha salutato i giovani staffettisti, accompagnati dal Sindaco (Alpino) Gianni Burigo, dal terrazzo di casa sua. Ultima parte del programma della Tappa di oggi ha visto entrare la fiaccola degli alpini a Vittorio Veneto, città simbolo della Prima Guerra Mondiale, dove è stata combattuta la battaglia che ha portato alla vittoria dell’Esercito Italiano su quello Austro-Ungarico che ha poi costretto quest’ultimi alla resa conclusiva e quindi alla nostra vittoria sul nemico e alla fine della Prima Guerra Mondiale. Ai 14 Graduati del 7° Alpini, a Vittorio Veneto, nella Staffetta si sono aggiunti ben 6 alpini della locale Sezione Ana: Bernardi, Casagrande, Castelli, Della Libera, Tomasi e Zanet. Alla Staffetta, la Sezione Ana di Vittorio Veneto ed il 7° Reggimento Alpini, hanno organizzato una ricca serie di visite e cerimonie. L’omaggio davanti l’abitazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare Alessandro Tandura, Tenente degli Alpini, protagonista del primo lancio con il paracadute, nell’agosto del 1918. Partendo da un aeroporto di Vicenza, venne paracadutato nella zona di Vittorio Veneto, dove inizio un’azione di intelligence. È stata visitata la residenza di Camillo De Carlo, Medaglia d’Oro al Valor Militare nella Prima Guerra Mondiale, appartenente al Reggimento Lancieri di Firenze. Lui arrivò in aereo nella zona di Vittorio Veneto, sempre per azione di spionaggio. Morì nel 1968. Il terzo passaggio della serata a Vittorio Veneto è avvenuto al Sacrario delle Bandiere, al Foro Boario. Nella chiesa sconsacrata di San Giuseppe sono custodite le bandiere storiche di tutte le associazioni d’arma che, a causa della scomparsa dei soci fondatori, avevano lasciato abbandonato il proprio labaro, simbolo e gagliardetto. Emozionante l’entrata della staffetta del 7° che si è fermata di fronte alla Bandiera di Guerra proprio del 7°Alpini, donata dall’allora Comandante di Reggimento, il Colonnello Sfarra, dopo la missione ISAF, in Afghanistan, del 2010-2011. Quindi la resa degli onori ai Caduti presso il monumento a tutti gli artiglieri d’Italia, in Largo Giovanni Bortolotto, Medaglia d’Oro al Valor Militare, del Gruppo Conegliano. La cerimonia al monumento della vittoria e l’ammainabandiera in Piazza del Popolo è stata particolarmente partecipata anche da cittadini e curiosi, attirati dal passaggio della fiaccola della memoria e della tradizione alpina. Successivamente i corridori del 7° si sono portati in un’area attigua alla Piazza del Popolo dove sono custodite le terre degli undici luoghi dove hanno combattuto le undici salme dei ragazzi che nel ’21 fecero parte delle 11 salme che la Signora Maria Bergamas visitò, accarezzò, prima di decidere quale dovesse essere quella del Milite Ignoto che ancora oggi riposa al Vittoriano di Roma. Le altre dieci, sono state sistemate, assieme a quella della Signora Maria Bergamas, nel cimitero degli Eroi di Aquileia (UD) dove la staffetta farà sosta il giorno 2 luglio, nell’ultima tappa di questa fiaccola della memoria. La fontana degli arditi, com’è stato ricordato dallo speaker, è famosa per essere stata meta, per dissetarsi, dei soldati dopo la vittoriosa Battaglia di Vittorio Veneto nei confronti degli Austro Ungarici. La fontana è ritenuta un simbolo di ripresa e libertà. La conclusione dell’intenso programma di Vittorio Veneto è avvenuta nella piazza San Giovanni Paolo I, nella zona antistante il Museo della Battaglia. Presenti tantissimi alpini, le autorità cittadine e regionali, il Vescovo di Vittorio Veneto, e l’Info Point dell’8 Alpini.