Riforma contro le fake news. Arrivano le notizie certificate dal ministero? Opposizioni: siamo al Minculpop

Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura sta preparando una riforma del settore dell’editoria. “Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni. Così se la collega Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore. Per non dire del vizio di estrapolare qualche parola dal contesto — com’è successo al ministro Lollobrigida sulla sostituzione etnica — per menare scandalo”.
Mollicone entra nei particolari spiegando che “è in corso la discussione sul testo unico della radiotelevisione (istituito nel 2005) per la regolamentazione dei media, nel quale affronteremo la questione delle piattaforme digitali. Il fatto è che la stampa è in crisi e per incrementare l’audience fa spesso wild social, social selvaggio, per cui sui portali dei maggiori quotidiani che dovrebbero essere fonti autorevoli si trovano contenuti spesso farlocchi quando non smaccatamente pubblicitari”. E aggiunge: “bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori. Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news. Serve una seria riforma dell’editoria, che è quella su cui ci stiamo applicando per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni”.
L’annuncio di questa riforma ha scatenato la reazione delle opposizioni. Per gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato “l’ultima trovata di Fratelli d’Italia per provare a controllare l’informazione, è sbagliata nelle premesse e negli obiettivi. Una cosa è combattere seriamente il fenomeno della disinformazione e delle fake news, altra cosa è partire dal presupposto che ci sia un disegno volto a “criminalizzare la destra”, come dice Mollicone, per giustificare un intervento sull’editoria e sulla stampa. Con queste premesse una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie, come paventata da Mollicone, è roba da Minculpop”.
E qui bisogna fare un passo indietro: Minculpop era la sigla del Ministero della cultura popolare del regime fascista che assunse questa denominazione nel 1937. Il Minculpop si occupava di cultura e di propaganda che diventata molto spesso censura, tanto che il termine Minculpop viene utilizzato ancora oggi come sinonimo di censura e di direttive del governo sull’informazione e la cultura.
Sul tema interviente anche Sandro Ruotolo responsabile informazione del Partito Democratico: “Le notizie certificate per legge? La proposta del presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone di Fdi, va respinta al mittente. Non siamo al Minculpop, al ministero della propaganda fascista. Nelle democrazie moderne il pluralismo garantisce la libera informazione ed esistono leggi e codici per garantire deontologia e correttezza dell’informazione. Nessun bollino blu che puzza di censura. Dopo l’emendamento-bavaglio che impedisce di pubblicare gli atti delle inchieste e la stretta sulle intercettazioni la sparano così grossa che sono senza vergogna. Le fake news e la manipolazione che corre su internet sono questioni che non vanno sottovalutate e vanno affrontate in sede
Secondo il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli “non c’è alcun dubbio la destra meloniana stia preparando la svolta autoritaria avendo come modello Orban. Non basta Telemeloni, non bastano le bugie contro i presunti ‘poteri forti’ che sarebbero contro il governo e del quale nessuno sa chi siano, non basta la Legge Bavaglio per impedire agli organi di stampa di pubblicare gli atti delle inchieste, ora il centrodestra vuole ripristinare il Minculpop di stampo fascista dando la possibilitá al Governo di selezionare e bloccare le notizie sul web che sono contro la ‘Comunità della destra’, come l’ha definita il presidente della Commissione Cultura ed Editoria Mollicone. Ancora una volta questa maggioranza al potere, votata dalla minoranza degli elettori, crede di essere la proprietaria dello Stato Italiano e chiede di censurare e mettere a tacere tutte le voci dissidenti dalla linea di governo”.