La Danieli ci prova a fare il suo dossieraggio, ma sconcerta di più il silenzio della politica. Tutti dei Don Abbondio?

L’assordante silenzio della politica regionale (sia di maggioranza che di opposizione) sulla richiesta della Danieli di avere i nomi degli oltre 21000 firmatati della petizione contro la acciaieria a San Giorgio di Nogaro, lascia stupefatti. La notizia è stata diffusa, anche se nel contempo silenziata da una parte della stampa, ma comunque ha circolato. Ebbene, fatta eccezione per una stiracchiata nota di  Alleanza Verdi e Sinistra (che almeno c’è stata), nessun partito o singolo politico si è sentito in dovere di commentare l’episodio che definire  inquietante è poco. Chissà, staranno ancora smaltendo il peso gastroetilico delle feste o forse sono preoccupati nell’esporsi contro il novello Don Rodrigo e le sue azioni intimidatorie ad opera dei suoi “bravi” togati. Insomma tutti novelli Don Abbondio? o incapaci di cogliere l’enorme portata antidemocratica dell’azione intrapresa. Comunque sia la vicenda sconcerta. Forse pensare di essere del tutto guariti o immuni dal virus del dossieraggio era ingenuo, tanto che la dura realtà di questi giorni ci sta smentendo. Non rendersi conto che la nostra democrazia è ancora vulnerabile è la maggiore colpa, del resto non possiamo che constatare che non ci pare risultino emesse sentenze di condanna per il reato di dossieraggio, cosa che i “bravi” della Danieli sanno benissimo. Così la pratica continua indisturbata e la democrazia continua ad essere malata e lo sarà sino a quando i poteri nel sistema democratico, non troveranno il giusto e corretto equilibrio. Ma questo non può essere fatto accettando silenti il primato del potere del più forte. Dovrebbero esserne ben consapevoli i partiti “d’opposizione” perché, anche a futura memoria, l’intimidazione contro la libera espressione democratica dei cittadini, così come contro la stampa libera, al di là della bontà della battaglia intrapresa su cui si può anche non essere completamente d’accordo, non può essere violentata, oppressa e minacciata. Per questo sconcerta, più che il comportamento della Danieli che la sua forza non la nasconde,  il silenzio assordante di chi dovrebbe sostenere la possibilità di dissenso da parte della cittadinanza e dei comitati, in questo caso a tutela della laguna, dell’ambiente, domani chissà, magari dalla sanità pubblica o dei salari o della semplice libertà d’estressione. E’ un fatto di libero esercizio dei diritti democratici che non si può consentire vengano intimiditi.