Salute. Liguori (pat-civica): cambio genere chirurgico, diritto negato
Sul caso della donna trans di 36 anni e del suo sfogo alla stampa nel quale ha dichiarato di essere intrappolata da 2 anni in attesa della chirurgia di riassegnazione del genere, interviene con una nota la consigliera regionale Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civiva Fvg): “E’ l’ennesima conferma che questo modello di sanità regionale non funziona a causa di chi dovrebbe governarla, ma non ne è in grado. I continui cortocircuiti causati da una pianificazione inefficace portano anche a questo: la chirurgia di riassegnazione di genere si blocca e a pagarne un altissimo prezzo, in primis psicologico, sono le persone in attesa da troppo tempo, con pesanti ricadute sulla propria qualità della vita”.
Liguori entra poi nel tema del diritto, sottolineandone l’importanza: “Il diritto a cambiare genere è parte del diritto alla salute e all’autonomia personale. Le persone transgender hanno il diritto di accedere a cure mediche appropriate, inclusi interventi chirurgici e terapie ormonali, che possono essere fondamentali per il loro benessere fisico e mentale”.
“Mi auguro che in questa difficoltà a ottenere il diritto all’operazione non ci sia dietro una volontà politica, perché sarebbe molto grave. Se chi governa la Regione vuole tutelare un diritto – conclude la cosigliera dei Civici – si adoperi affinché esso trovi in tempi consoni le risposte attraverso tutti gli strumenti, anche medici, che sono necessari”.