Salute: Riccardi, approvato Piano governo liste d’attesa per il Fvg
“Se una prestazione regolarmente prescritta non verrà assicurata entro i tempi stabiliti, il cittadino potrà rivolgersi all’Azienda inadempiente avendo il diritto al rimborso delle spese sostenute; al contempo, i vertici delle Aziende stesse non si vedranno riconosciute le retribuzioni nelle parti variabili e saranno passibili di risoluzione contrattuale. Si inaugura così una nuova stagione, nella quale non sarà più il cittadino a doversi adeguare al Servizio sanitario ma, al contrario, toccherà al sistema pubblico rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze del territorio.”
Queste le principali novità contenute nel Piano regionale per il governo delle liste d’attesa, adottato dalla Regione su iniziativa del vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, a conclusione di un percorso di condivisione con gli stakeholder del Friuli Venezia Giulia. Le Aziende Sanitarie e gli Irccs avranno ora 60 giorni di tempo per dotarsi di un nuovo Programma attuativo aziendale o per aggiornare quello in vigore.
“L’adozione di un Piano regionale – spiega Riccardi – trae origine dalla volontà di armonizzare le indicazioni contenute nel Piano nazionale con le esigenze specifiche del Friuli Venezia Giulia, semplificando il lavoro di chi è chiamato a metterle in pratica. In sintesi – ha precisato il vicegovernatore – l’obiettivo è di migliorare i percorsi di intervento attraverso direttive più precise sulle azioni da intraprendere, puntando inoltre sulla responsabilizzazione di tutte le parti coinvolte”.
Accanto alla definizione di “primo accesso”, che indica la prima visita o il primo esame diagnostico, il Prgla introduce la definizione di “altro accesso” per le prestazioni che saranno erogate direttamente dalla struttura che si è già fatta carico del primo accesso.
Un’ulteriore novità riguarda le classi di priorità delle prestazioni, che sono ridefinite dal Piano nazionale: per l’urgenza, in relazione alla gravità, si passa dalle 24 alle 72 ore, mentre per le prestazioni programmate i tempi si accorciano passando dai 180 giorni ai 120 giorni a partire dall’1 gennaio 2020. L’utente sarà tenuto ad accedere al sistema di prenotazione non oltre le 72 ore se in presenza di una priorità Urgente, 4 giorni in caso di priorità Breve, 30 per la Differita e 120 per la Programmata. Quanto alle prestazioni con priorità P, esse entreranno nel sistema di monitoraggio/controllo nazionale cui obbligatoriamente ogni Regione partecipa. Oltre alle 43 prestazioni soggette a monitoraggio previste a livello nazionale, l’Amministrazione individuerà infine ulteriori interventi di interesse regionale che saranno oggetto di screening.
L’altra novità concerne la semplificazione dei livelli di gestione del Cup, che sarà articolato su due livelli, uno regionale e uno aziendale, assegnando al primo il compito di garantire l’accesso alle prestazioni indipendentemente dal luogo di residenza dell’utente, creando così la necessaria circolarità alle prestazioni sanitarie.
La disciplina della libera professione intramoenia rientra inoltre tra i possibili strumenti di governo delle liste d’attesa; le singole Aziende dovranno pertanto disciplinare percorsi e meccanismi in coerenza con i tempi massimi di attesa, approntando un piano dettagliato per la definizione dei fabbisogni di personale e tecnologie relativi alla diagnostica per immagini.
In conclusione, alle Aziende sarà chiesto di garantire la massima trasparenza e di promuovere l’informazione e la comunicazione sulle liste d’attesa, sulle modalità di accesso alla prenotazione delle prestazioni, sugli strumenti di garanzia in caso di sforamento dei tempi massimi e sui diritti e i doveri dei cittadini: obiettivi al cui raggiungimento contribuirà l’Organismo paritetico regionale, composto dalle organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria e dai rappresentati delle organizzazioni degli utenti.
“L’ottimizzazione del sistema delle prestazioni rappresenta uno dei cardini del percorso di riorganizzazione complessiva del Sistema sanitario regionale: un processo che – secondo Riccardi – affonda le proprie radici nella capacità di relazione tra tutti i soggetti interessati, nell’esclusivo interesse del territorio”.