Salute: Riccardi, Piano revisione rete oncologica strumento concreto, ma dalle opposizioni piovono le critiche

“Il piano di revisione della Rete oncologica regionale vuole intervenire in modo graduale, attraverso una programmazione triennale, per affrontare le criticità di un sistema che soffre l’eccessiva frammentazione sul territorio e necessita di veder riorganizzato il proprio assetto. Mettiamo mano a un documento risalente al 1998, aggiornandolo sulla base del contesto e delle necessità attuali e mantenendo alta l’attenzione sulla qualità dei percorsi di cura, l’equità nelle opportunità di accesso per i pazienti e la sostenibilità per il sistema”. Lo ha detto oggi in III Commissione del Consiglio regionale l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, nel corso della discussione inerente al Piano della Rete oncologica regionale Fvg 2025-27 a cui ha partecipato anche il direttore sanitario della Ror Gianpiero Fasola. “Siamo determinati a giungere a un risultato che ci consenta di garantire parità di accesso alle cure per tutti i cittadini e in condizioni di sicurezza – ha dichiarato Riccardi -. Per fare ciò è indispensabile rafforzare le sinergie nell’intero comparto sanitario del territorio e lavorare per eliminare i ‘bollini rossi’ segnalati dagli istituti a cui viene affidato l’esame del nostro sistema”. Fin qui le dichiarazioni roboanti dell’assessore che, in realtà, ci ha abituati  alla politica degli annunci, meno a quella della concretizzazione di quanto “venduto” nelle aule istituzionali e diligentemente riportate dai media addomesticati dagli effluvi di palazzo. Non ce ne voglia l’assessore ma ormai dopo anni di gestione fallimentare della sanità del  Fvg pagata sulla pelle dei cittadini le sue proposte hanno scarsa credibilità. Comunque in questa occasione sono le opposizioni, almeno parte di queste, ad alzare la voce con alcune fondamentali puntualizzazioni. Nel suo intervento in commissione Simona Liguori (Civici) che è anche medico oncologo ha  parlato della necessità di migliorare i percorsi di cura e di assistenza ai malati di tumore attraverso la Rete Oncologica Regionale, necessario per farlo, ha chiosato Liguori è che “la Regione tenga vicini i professionisti della sanità per migliorare i servizi e le cure ai malati di tumore.”  Liguori ha sottolineato che qualsiasi modifica nell’organizzazione dei servizi sanitari deve tenere conto anche delle esigenze e delle opinioni dei professionisti che vi lavorano. Ha fatto riferimento a una lettera recentemente pubblicata sui quotidiani, firmata dai direttori dei dipartimenti chirurgici, che denuncia il mancato coinvolgimento nella organizzazione della Rete Oncologica Regionale. Liguori ha ribadito l’importanza di ascoltare queste preoccupazioni e ha proposto che i direttori dei dipartimenti chirurgici regionali siano auditi dalla terza commissione. “È fondamentale che il contributo di chi si occupa direttamente della cura e dell’assistenza ai malati di tumore venga adeguatamente preso in considerazione”, auspica Liguori.

Altre critiche all’azione proposta dall’assessore Riccardi anche da latri consiglieri:

HONSELL CRITICA IL PIANO ONCOLOGICO DI RICCARDI: CARENTE E CALATO DALL’ALTO
“Come c’era da attendersi il Piano Oncologico di Riccardi, il cui solo annuncio era stato proclamato come l’inizio della soluzione delle criticità della sanità in Regione è il solito atto verticistico, e non chiarisce i dettagli di come verrà applicato e come verranno garantiti i trasporti o come si ridurranno le liste d’attesa. L’annuncio fu salutato in Consiglio regionale da tanti Consiglieri di maggioranza, ma le tante critiche già arrivate, e le risposte date, non sembrano affatto un buon segnale.” Così si è espresso Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.

SALUTE: GRUPPO PD, ROR PASSO AVANTI MA ATTENZIONE A OSPEDALI SPOKE

«La metodologia alla base del piano oncologico è fondata e rappresenta un passo avanti, tuttavia è necessaria maggiore condivisione con i professionisti e attenzione sul destino degli ospedali spoke, che vista la concentrazione delle attività potrebbero rischiare di essere demansionati». Lo affermano i consiglieri regionali Nicola Conficoni, Laura Fasiolo, Manuela Celotti, Francesco Martines e Roberto Cosolini (Pd) a margine della seduta della 3ª commissione riunita oggi per discutere del piano della Rete oncologica regionale 2025-2027.

Secondo Conficoni, «il Piano oncologico è di fondamentale importanza per migliorare la qualità delle cure. Le perplessità espresse dai medici sul documento deliberato dalla Giunta, però, non possono lasciare indifferenti. Le loro preoccupazioni su scelte e tempi di attuazione impongono una pausa di riflessione. Bene che il voto sia stato rimandato probabilmente anche per le divisioni nella maggioranza palesate dagli interventi dei consiglieri di Fratelli d’Italia che hanno suggerito prudenza all’assessore. Importante che il ruolo regionale del Cro di Aviano venga valorizzato».

Fasiolo sottolinea la «necessità per i pazienti operati in strutture hub di avvalersi poi del trasporto facile, ossia di strutture di trasporto organizzate e gestite dall’azienda per garantire le visite negli ospedali spoke, vicini a casa, di una organizzata e potenziata rete di telemedicina, di un potenziamento della medicina territoriale». Nel coniugare al meglio ospedale e territorio, Fasiolo auspica che «nella lettura dei dati delle operazioni chirurgiche di oncologia (nello specifico Colon retto) nell’Isontino, fatte su due sedi, Gorizia e Monfalcone, da una medesima equipe, sia fatta come un “volume unico” significativo, e non invece come due diversi volumi poco significativi. “Presto e bene” non stanno insieme, quindi ben venga che, prima della votazione del quadro generale del Piano della rete oncologica, vengano concessi tempi più lunghi al dibattito e al confronto politico».

Secondo Celotti, «nella riorganizzazione delle attività chirurgiche oncologiche, l’esigenza di raggiungere i cosiddetti “cut off” deve conciliarsi con quella di mantenere negli ospedali di base le competenze professionali delle chirurgie generali, fondamentali per supportare l’attività dei pronto soccorso. E su questo, se il piano della rete oncologica prevede che nel 2025 le aziende definiscano un piano di accentramento della chirurgia oncologica, le linee per la gestione 2025 non prevedono per le stesse aziende la responsabilità di definire delle contromisure per garantire gli ospedali di base nello svolgimento delle loro funzioni fondamentali. E bisogna anche considerare che ne gli hub, ne gli spoke in cui venisse mantenuta l’urgenza, sarebbero in grado, a oggi, di prendere in carico i maggiori accessi al pronto soccorso e gli interventi chirurgici in urgenza». Fondamentale, aggiunge inoltre, «che le aziende coinvolgano i sindaci, perché attraverso la riorganizzazione della chirurgia oncologica passerà la riorganizzazione della rete ospedaliera e queste decisioni, che avranno impatti importanti rispetto all’offerta di salute garantita ai cittadini, non possono passare sulla testa dei territori senza un confronto».

Per Martines, «su questo piano ci giochiamo la credibilità di tutta la sanità regionale. Vanno date risposte ai bisogni reali delle persone che chiedono di trovare una struttura ospedaliera specializzata che intervenga con sicurezza a seguito della quali ci siano gli ospedali del territorio a seguire la fasi successive alle operazioni. All’interno dell’area di competenza dell’Asufc – continua Martines – Udine ha una pesantezza tale che richiede un intervento di alleggerimento senza il quale non potrà avere significato la rete degli ospedali del territorio. In sostanza si tratta di mantenere gli interventi specialistici nel capoluogo e lasciare che gli ospedali spoke si occupino del resto».

Secondo Cosolini «la politica si trova in una situazione in cui è inevitabile prendersi responsabilità per garantire ai cittadini la migliore soluzione possibile, anche superando logiche di difesa territoriale. Il cittadino deve poter accedere al centro di eccellenza in regione. L’obiettivo deve essere quello di assicurare l’accesso alle prestazioni che meglio tutelino il diritto alla salute, in particolare in presenza di patologie oncologiche. Bene quindi la concentrazione degli interventi dentro un percorso integrato multidisciplinare che assicura lo stesso approccio indipendentemente dal punto di accesso. Va garantita però la tenuta complessiva degli ospedali spoke, quale sarà il loro futuro e quindi la programmazione della loro sostenibilità. Bene l’obiettivo di portare tutta la chirurgia oncologica nel sistema pubblico».

 

CAPOZZI (M5S): RETE ONCOLOGICA, NUOVO PIANO DA PERFEZIONARE IN FRETTA
“Cittadini e professionisti lo aspettavano da almeno trent’anni e oggi, finalmente, è stato presentato l’importantissimo Piano regionale della Rete oncologica. Tuttavia, dopo un’attesa così estenuante, esso arriva circondato da un clima di profonda contrarietà, dove i primi a contestarlo sono gli stessi capi dipartimento che ne criticano soprattutto la parte relativa alla strutturazione della rete chirurgica”.
Lo rimarca in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), prendendo nuovamente la parola sul delicato tema della salute.
“L’auspicio – aggiunge l’esponente pentastellata – è quello che adeguate modifiche al Piano possano tempestivamente intervenire sotto la spinta di osservazioni tecniche e non davanti all’incitamento di prese di posizione politica da parte di alcune forze le cui aspettative, evidentemente, sono state disattese”.
“È altresì apparso interessante e condivisibile – precisa Capozzi – un passaggio dell’intervento del dottor Fasola, quando ha affermato di preferire le strutture pubbliche a quelle private convenzionate, dove certi percorsi possano essere suggeriti dalla natura stessa della struttura”.
“A prescindere da tutto ciò, trovo comunque coerente la decisione dell’assessore regionale Riccardi – sottolinea infine la rappresentante del M5S – di far rinviare il voto per addivenire allo stesso in un momento posteriore, consentendo così di pervenire a una maggior condivisione possibile”.