Sanità Fvg: per i medici di famiglia la misura è colma, è stato d’agitazione. Mancate risposte dall’assessore e linee guida sbagliate

Negare sempre anche davanti all’evidenza. Questo è l’ordine di scuderia che la sanità regionale riceve dai vertici della Regione basti ricordare quel dictat che l’ Assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia ha, di fatto, cercato di imporre ai professionisti che operano nella sanità di esprimersi su questioni inerenti il virus e avocando solo a sé questa facoltà. Era l’inizio di novembre dello scorso anno ma stesso atteggiamento si vorrebbe imporre anche sulle altre questioni. Per fortuna gli operatori della sanità, a tutti i livelli, non accettano imposizioni e neppure di avvallare la narrativa che l’assessore vorrebbe. E’ stato così per il covid, è stato così per il “caso” De Monte, è così più in generale per la gestione della sanità pubblica e per le sortite “formigonesche” che la Regione vorrebbe imporre. Di oggi invece la promulgazione dello “stato di agitazione” comunicato dall’Organizzazione Sindacale Autonoma dei Medici S.N.A.M.I.
In un’articolato documento lo S.N.A.M.I scrive che permane la “grave carenza dei Medici di Assistenza Primaria nel territorio regionale compresi gli incarichi provvisori e la ancor più grave carenza di Medici di Continuità Assistenziale soprattutto, in entrambi i casi, per le zone/ambiti disagiati e disagiatissimi, pochi e sotto finanziati (indennità ferme da almeno quindici anni) che vanno a nocumento dell’assistenza sanitaria dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, della sicurezza delle cure e della puntuale erogazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza ndr)”. Sempre secondo i medici SNAMI permane, anzi si aggrava, “la già più volte segnalata, eccessiva e straripante burocratizzazione che permea sempre di più l’attività professionale dei Medici di Medicina Generale”.
Fra i punti segnalati lo stato dei rapporti ospedale-territorio e dell’integrazione Professionale con criticità più volte manifestate e la mancata valorizzazione dell’Assistenza Territoriale e in particolare della Medicina Generale nelle sue varie articolazioni cioè Assistenza Primaria/Medici di Famiglia, Continuità Assistenziale/Guardia Medica e Emergenza Sanitaria Territoriale, vista anche la mancata istituzione del Fondo specifico che avrebbe contribuito, se istituito, a finanziare adeguatamente tutti gli istituti contrattuali che avrebbero permesso di affrontare l’attuale scarsa appetibilità delle attività assistenziali mediche necessarie a garantire i LEA da parte delle Aziende Sanitarie regionali. Parlano i medici di silenzio assordante rispetto alle reiterate e datate richieste di rendere appetibili dal punto di vista logistico ed economico gli incarichi professionali in Medicina Generale.
Ma la bocciatura della politica sanitaria regionale va oltre e parla di “perdurante elusione del confronto con le Rappresentanze Sindacali della Medicina Generale, per affrontare ogni aspetto e criticità assistenziali, che in diversi casi hanno portato la nostra O.S. a rivolgersi, ad oggi con successo – e non è ancora finita -, ai Giudici del Lavoro presso i Tribunali Civili delle quattro Province in FVG”. Molti i punti segnalati da questo punto di vista, si parla di Medicina Penitenziaria, definizione condivisa di un assetto stabile per i Medici di medicina generale coinvolti nell’Assistenza Medica nelle Strutture Intermedie, RSA, RSP, Hospice e Cure Palliative, ai Migranti e nelle Strutture a ciò dedicate e per molti aspetti di Emergenza pandemica SARS-CoV-2 (tamponi e vaccinazioni).
Per farla breve la bocciatura è su tutta la linea e le accuse al “sistema” puntuali e argomentate come quando i medici scrivono che: “i cittadini/pazienti/utenti del nostro Servizio sanitario regionale sono rimpallati in vessatori andirivieni da chi – Servizio Pubblico con doveri di trasparenza, imparzialità e rispetto delle vigenti disposizioni – dovrebbe risolvere i problemi in un settore delicato e protetto come la salute, invece di crearne degli altri” “Ogni giorno nei nostri studi diamo ascolto alle lamentazioni, ed è un eufemismo, dei nostri assistiti impossibilitati ad accedere in tempi ragionevoli alle prestazioni LEA del SSR…”. Rispetto al ricorso alla specialistica privata il sindacato medici scrive: “Riteniamo doveroso che il nostro SSR si avvalga maggiormente delle prestazioni cliniche e strumentali offerte da tali Strutture ad integrazione di quelle offerte dalla sanità pubblica ma con gli stessi doveri prescrittivi, cosa che ad oggi non avviene con conseguenti andirivieni dei cittadini e surroga da parte dei Medici di medicina generale.
“Preso atto, concludono i medici, che nonostante i buoni propositi manifestati dal Vice Presidente (Riccardi ndr) nel corso dell’incontro del 13/5/2021 con codesta Presidenza Regionale S.N.A.M.I. presso la Sede della Protezione Civile di Palmanova, presente la Direttrice Centrale Salute, con ampia successiva pubblicizzazione, ad oggi nulla è seguito soprattutto in relazione al miglioramento della qualità dell’assistenza in termini burocratico-amministrativi. Ritenuta ormai improcrastinabile un’azione sindacale forte e mirata alla tutela dei cittadini nostri assistiti e della categoria Professionale da noi rappresentata, con la presente il Sindacato S.N.A.M.I. Sezione Regionale del Friuli Venezia Giulia dichiara che dalla data odierna (11 luglio 2021) entra in stato di agitazione. La lettera è inviata al Presidente della Regione FVG, al Vice Presidente e Assessore alla Salute Regione FVG, Al Prefetto di Trieste, al Direttore Centrale Salute Regione FVG e per conoscenza ai Direttori Generali Aziende Sanitarie FVG e agli Organi di Stampa.