Sanità in crisi: il rapporto GIMBE rivela le gravi carenze nella Sanità. Liguori: «Fvg al terzultimo posto, servono interventi urgenti»
Il 7° rapporto GIMBE sullo stato del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), presentato a Roma lo scorso 8 ottobre, offre una fotografia cruda e dettagliata delle difficoltà sempre più evidenti che affliggono la sanità pubblica italiana. Sebbene il quadro critico riguardi in particolare le regioni del Sud, il rapporto evidenzia problematiche significative anche in alcune aree del Nord, come il Friuli Venezia Giulia, che si trova a dover affrontare sfide rilevanti in ambiti specifici dei servizi sanitari essenziali.
Un dato particolarmente allarmante riguarda la posizione del Friuli Venezia Giulia nella classifica nazionale relativa all’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), dove la Regione si colloca tra le ultime. In particolare, ha registrato una variazione negativa del 23% tra gli adempimenti erogati nel 2021 e quelli del 2022, una flessione preoccupante che mette in luce una difficoltà strutturale nell’offerta dei servizi. I LEA, lo ricordiamo, sono quelle prestazioni sanitarie e servizi che il SSN è obbligato a fornire ai cittadini, gratuitamente o con una compartecipazione economica (il cosiddetto ticket), attraverso le risorse provenienti dalla fiscalità generale. Si tratta, in sostanza, della base stessa su cui poggia il principio di equità nell’accesso alle cure per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dal reddito o dalla residenza.
Il consigliere regionale Simona Liguori di CIVICA FVG ha sottolineato l’importanza di questo dato, definendolo «particolarmente preoccupante. La diminuzione dei punteggi complessivi relativi ai LEA non riguarda solo Friuli Venezia Giulia e Liguria, ma appare maggiormente concentrata nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Tuttavia, il Friuli Venezia Giulia si trova al terzultimo posto a livello nazionale, una posizione che evidenzia quanto anche nelle aree tradizionalmente considerate più solide dal punto di vista sanitario si stiano manifestando crepe preoccupanti».
«Questo scenario – ha proseguito Liguori – mette in luce una problematica più ampia e sistemica del Servizio Sanitario Nazionale, già sotto pressione per le conseguenze della pandemia di COVID-19, l’invecchiamento della popolazione e la crescente domanda di servizi sanitari, soprattutto nelle aree meno servite del Paese. La difficoltà nell’aggiornamento dei LEA non riguarda solo l’adeguamento alle nuove esigenze sanitarie, ma anche l’efficienza e la capacità di risposta di un sistema, soprattutto quello regionale, che appare sempre più ingolfato e disomogeneo».
«In particolare – ha aggiunto Liguori – il calo dei punteggi LEA può essere interpretato come un sintomo di una più generale crisi di sostenibilità del sistema sanitario, che fatica a garantire un livello uniforme di assistenza. Questo si traduce in disuguaglianze territoriali che non dovrebbero esistere in un Paese che ambisce a offrire pari opportunità di cura per tutti i suoi cittadini. Il Friuli Venezia Giulia, una regione che in passato aveva mostrato livelli di efficienza maggiori rispetto ad altre, si trova oggi a dover affrontare una situazione che potrebbe peggiorare ulteriormente se non verranno prese misure correttive in tempi rapidi».