Sanità, Ussai: “Assistenza territoriale, il centrodestra si limita al compitino”

Astensione del MoVimento 5 Stelle sul Programma Regionale dell’Assistenza Territoriale, affrontato oggi in Commissione: “Un documento tecnico in cui il centro destra si è limitato a fare i compiti per casa, su un tema in cui, in questi cinque anni, non ha avuto nessuna visione politica, se non svuotare le funzioni dei distretti e affidare i servizi ai privati” commenta il consigliere regionale Andrea Ussai. “Secondo l’assessore Riccardi, la delibera è un atto di ricognizione per applicare la normativa statale, al fine di ottenere le risorse, ma negli anni non sono state affrontate le numerose criticità relative alla valorizzazione e al deficit di personale, come confermato dalla fuga del personale dal pubblico e dalla bocciatura dei nostri emendamenti alla stabilità dove chiedevamo più risorse aggiuntive regionale per coprire le carenze legate al Covid e gli straordinari richiesti ai professionisti”. “Considerato che per le nuove strutture previste dal PNRR (case della comunità e punti salute di comunità, centrali operative territoriali e ospedali di comunità), serviranno da 1400 a 1700 operatori, il rischio è di non riuscire a coprire i servizi necessari per farle funzionare, creando delle scatole vuote o cambiando etichetta ad ambulatori già attivi, come già accaduto con i CAP di epoca Serracchiani – spiega Ussai -. Da ottobre 2021 chiediamo un’audizione con i sindacati delle professioni sanitarie sul tema degli organici, ma chi governa la sanità regionale continua a non ascoltare chi solleva le criticità”. “Del nuovo personale da reperire, 402 sono infermieri di famiglia o di comunità da formare, ma nel Programma manca il fisioterapista di comunità che avevamo introdotto noi nella riforma sanitaria. Lo stesso documento ammette la necessità di ulteriori approfondimenti sulla disponibilità di operatori, così come dell’utilizzo della telemedicina e del ruolo dei consultori – aggiunge l’esponente M5S -. La sfida principale delle case della comunità sarà il coinvolgimento dei medici di medicina generale, ma non è stato organizzato alcun confronto per trovare un accordo integrativo in questo senso. La sensazione è che si attendano passivamente indicazioni da Roma”. “Infine, per rispondere alle esigenze di salute in zone a bassa intensità abitativa, la Regione propone dei Punti salute di comunità – conclude Ussai -. Queste strutture sono previste soltanto in ASFO e ASUFC, mentre sarebbe necessario estendere anche ad altre zone carenti, come ad esempio a Prosecco, in modo da garantire la prossimità di servizi anche nel Carso triestino e non solo vicino a zone già servite”.