Zalukar: nuovo modello sanità è salto nel buio

“Cambia la sanità di base – titola oggi il quotidiano di Trieste dando notizia dei nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale in FVG. Ma dall’esame dei documenti, al di là delle affermazioni ideologiche e di principio, non sembra emergere una vera riforma dell’assistenza sanitaria, bensì una semplice moltiplicazione di sportelli e strutture (Case della Comunità, Centrali operative territoriali e Ospedali di Comunità), senza che si possa intravvedere una vision complessiva, né una programmazione credibile, in termini di analisi dell’esistente, di definizione degli obiettivi e della loro fattibilità, di un vero sistema di monitoraggio atto a verificare i risultati! a dirlo è il Consigliere Regionale del Gruppo Misto Walter Zalukar. “Il grosso problema che emerge, prosegue il consigliere d’opposizione,  è l’esiguità del personale che si prevede operi nelle nuove strutture, perché a fronte delle riduzioni dell’ultimo decennio, per l’assistenza territoriale si prevedono incrementi che appaiono molto scarsi, soprattutto se rapportati a servizi che si vorrebbero capillari. Non è pensabile che dopo le carenze che sono diventate evidenti a tutti con la pandemia, si progetti di rimettere in sesto il Servizio sanitario regionale senza rilevanti incrementi di personale. Né è pensabile concentrare tutti gli sforzi sulla medicina territoriale, trascurando la rete ospedaliera, che si è dimostrata anche questa ampiamente insufficiente, e per la quale in sostanza ci si limita a intervenire sull’edilizia e sulle tecnologie, a anche qui poco. Con l’obiettivo della concretezza piuttosto che dell’ideologia, ho cercato di analizzare nel dettaglio per “far parlare i numeri”, per comprendere, al di là delle enunciazioni teoriche, cosa avverrebbe nella pratica se si realizzassero questi progetti. Credo basti qui indicare, a titolo di esempio, come sarà l’assistenza domiciliare, quella di cui c’è più bisogno per curare a casa i malati anziani ed evitare per quanto possibile l’ospedale. Il nuovo modello prevede di passare gradualmente dall’attuale 5,1% al 10 % delle persone over 65 assistite a domicilio. Ebbene per il 60% di questi pazienti la cosiddetta presa in carico consisterà in una visita a domicilio di un operatore sanitario in media una volta al mese. Un’ulteriore 20% avrebbe una visita a domicilio del medico meno di una volta ogni due mesi e dell’infermiere, o altro personale sanitario ogni 12 giorni. Del resto il rapporto Ambrosetti, già citato dall’Assessore alla Salute, riporta che in FVG ci sono 62.3 pazienti over 65 su 1000 in assistenza ADI – Assistenza domiciliare integrata – e che ricevono in media 14 ore di assistenza all’anno. Non sembra che un simile approccio, conclude Zalukar,  possa essere efficace a far fronte alle necessità della gran parte delle persone fragili e affette da multiple patologie, e nemmeno che possa evitare il ricorso al Pronto Soccorso o al ricovero ospedaliero. Sembra invece idoneo ad alimentare statistiche che faranno apparire quello che non è, perché una visita al mese del MMG non può essere considerata “presa in carico”.”