Santoro come Mata Hari? Quali segreti innominabili contenevano le mail violate se la presunta lettura “avversaria” ha fatto “saltare la brocca” all’assessore?
Il cosiddetto “giallo in Regione” è tornato agli “onori” della cronaca locale. Non parliamo ovviamente delle nomine di primari annunciate prima dei concorsi o dei ritardi nella sanità e nel soccorso e neppure delle acque fetide riversate bellamente in laguna sulle quali si fa spallucce, ma del “caso” della mail “rubate” all’assessore regionale Pizzimenti. Ovviamente dal 20 marzo quando “scoppiò” la vicenda nessuno ci aveva più pensato, ma si sa, la campagna elettorale rende tutto più fluido e puzzolente. Così in assenza di meglio ecco torna alla luce la vicenda di un furto che tale per molte ragioni “tecniche” dato fra l’altro che il colpevole si era subito palesato chiedendo scusa e ribadendo di aver agito in buona fede. Spieghiamo meglio la vicenda di cui non avevamo parlato per decenza ma che oggi diventa oggetto di polemica e scambio di bordate. Nel cambio di maggioranza fra la giunta Serracchiani e quella Fedriga sarebbe accaduto che nel’avvicendamento di consegne un Ipad in dotazione all’allora assessore Maria Grazia Santoro non sarebbe stato ritirato dagli uffici rimando nelle disponibilità della stessa. Fatto sta che in quell’ipad oltre alle mail istituzionali destinate alla Santoro come consigliere regionale finiva anche l’indirizzo del nuovo assessore. O meglio continuava a permanere. La Santoro ammise subito la violazione a suo dire accidentale e compiuta in buona fede. A ben guardare quindi la vicenda delle 24 mail lette ha del grottesco, dando per scontato che Maria Grazia Sandoro non ha certo l’aspetto di una Mata Hari e neppure di un hacker consumato, non resterebbe che credergli, mentre magari una indagine appropriata andrebbe fatta sulla falla nel sistema di sicurezza della società regionale Insiel. Questa probabilmente, sempre che fosse previsto da qualche protocollo di prassi, avrebbe dovuto verificare in maniera appropriata non tanto il passaggio dell’ipad, ma della mail e soprattutto chiedere il cambio di password. Chiunque ha una mail di google, ad esempio, sa benissimo quanto di “rompano” l’anima invitandoti a cambiare obbligatoriamente la parola d’accesso spessissimo, per non parlare delle banche che per farti accedere al tuo conto ti tempestano di doppi o tripli passaggi. Ora la società Insiel che sarebbe custode dei segreti dei cittadini (sanitari innanzitutto) del Fvg e di quelli dell’Assessore Pizzimenti, invece ignora evidentemente la pratica dell’esistenza del cambio di password o almeno così sembra. Fermo restando la scorrettezza compiuta dalla Santoro che dalla sua ha la giustificazione anagrafica di non essere una nativa digitale e che quindi quando si vedeva postare le mail poteva presumere fossero anche indirizzate a lei, sembra abnorme si stia montando un caso di spionaggio, tanto che verrebbe da chiedere a Pizzementi e alla Santoro, sempre che lei quelle mail oltre che aprirle le abbia anche lette, quale fosse il contenuto. Quali segreti erano celati, così segreti e quindi indivulgabili, tanto da far salire la pressione all’assessore della giunta Fedriga? O si tratta di una “questione di principio” che in verità, venendo dal mondo della politica, ci sembra per lo meno inopportuna. In realtà crediamo che la vicenda rientri nelle querelle elettorali, quelle che secondo l’italica e deprecabile abitudine vuole che si brandisca ogni cosa per colpire l’avversario politico considerato solo un nemico senza onore o rispetto. Un nemico al quale chiedere ovviamente le dimissioni e non semplicemente le scuse come bon ton vorrebbe. Del resto visto il clamore sulla vicenda, pompato ad arte da stampa che preferisce scavare nel quasi nulla che nella realtà di una Regione non certo nel massimo fulgore amministrativo, anche il PD si è visto costretto a rintuzzare l’assalto rincarando la dose ed alzando ai livelli dei fatti nazionali la polemica.
Scrive il segretario regionale Cristiano Shaurli: “Le armi di distrazione di massa stanno toccando vertici impensabili e quando dopo un anno di governo non si ha nessun risultato da vantare, tutto fa brodo in campagna elettorale. La Lega ha finalmente trovato la ‘madre’ di tutte le battaglie, la priorità assoluta per cui lottare, magari affidandosi a madonne e rosari: chiedere le dimissioni di un consigliere del Pd e parlare della sicurezza della posta elettronica del potente assessore Pizzimenti. Sicurezza che in una Regione seria intanto dovrebbe essere garantita a tutti dai tecnici e dalle società preposte”.
“La Lega dovrebbe fare molta attenzione – ammonisce Shaurli – a chiedere le dimissioni di chiunque: con la trave che ha nell’occhio non è consigliabile occuparsi di pagliuzze altrui. Se pensano di trovare un PD tiepido o timoroso, con me sbagliano di grosso, e Pizzimenti prima di gettarsi all’assalto si ricordi la storia, passata e recente del suo partito, che non gli consente di far prediche a nessuno. Dal capo supremo che è andato a nascondersi dietro le sottane di Di Maio per evitare di comparire davanti ai giudici, ai 49 milioni dei cittadini ancora da restituire, dalle ‘mutande verdi’ fino a un certo sindaco che non ha avuto il tempo di dimettersi perché l’hanno messo in carcere. Strana questa Lega iper-garantista con i suoi e severa e ‘sconvolta’ qui e adesso, nei confronti di una consigliera che non ha ancora ricevuto una carta dall’autorità giudiziaria. Se necessario – puntualizza l’esponente dem – Santoro si difenderà nelle sedi opportune e non certo dalle accuse fondate su notizie uscite in modo improprio da qualche ufficio”.
Per Shaurli “se la scelta sono i toni da ‘capitano’ e la volontà è provare a criminalizzare la consigliera Santoro, il Partito democratico non si fa certo intimorire, non solo perché non ha hacker russi a supporto ma soprattutto perché non gli interessa spiare la ‘poderosa’ attività amministrativa di questa maggioranza: sarebbe inutile”.