Scatta la protesta nel quartiere Aurora per la nuova “gasparinata”, il nuovo dormitorio “emergenziale” per senza tetto
Alla notizia dell’apertura di un nuovo dormitorio all’interno dell’ex scuola Friz ed ex laboratori Stringher nel quartiere udinese Aurora a cura del Comune di Udine sotto “l’alto” patrocinio dell’assessore all’Equità sociale Stefano Gasparin, avevamo commentato che si aggiungeva alla zona marginalità a marginalità. Lo scopo dell’iniziativa è di accogliere fino a 24 persone (ventiquattro) senza fissa dimora e in grave marginalità sociale, fornendo loro un posto letto, servizi igienici e le cure di base alla persona, il tutto con una spesa di 50mila euro, effettuata in logica emergenziale o presunta tale. Una spesa che appare poco logica dato che, per una situazione temporanea, della durata di poco più di 2 mesi, si spende una cifra importante affidando tout court alla Caritas l’incarico. Appare del tutto evidente come sul tema “equità sociale” le scelte del Comune di Udine appaiono raffazzonate, estemporanee e prive di necessaria programmazione, tanto che ormai c’è chi chiama le iniziative dell’assessore: “gasparinate”. Ironia a parte c’è da ritenere che il Sindaco, se vuole rimanete happy, dovrebbe prendere le necessarie misure. Ma quella del dormitorio è ovviamente solo una ciliegina, basti pensare alla vicenda del trasferimento a Cavazzo Carnico di minori stranieri non accompagnati nel novembre scorso, quando per risolvere un problema se ne sono creati innumerevoli anche di natura giudiziaria e amministrativa. Gasparin, non c’è ne voglia per la critica, una ne fa e cento ne pensa, magari in buona fede, cercando scorciatoie per risolvere problemi complessi. Ma non è mai una buona idea agire d’impulso. A novembre scorso diede in appalto alla coop “Oltre i confini 2.0” i ragazzi trasferiti a Cavazzo. Una operazione diciamo spregiudicata dato che un amministrazione comunale prima di mandare i minori in una struttura, soprattutto se fuori dal proprio territorio di competenza, dovrebbe verificare se la struttura che ospiterà sia stata autorizzata e magari concordare con quel territorio l’opportunità della scelta. Nel caso di Cavazzo Carnico l’autorizzazione l’avrebbe dovuta rilasciare il sindaco, non di Udine, ma proprio di Cavazzo una volta ricevuto il parere igienico sanitario dell’ASL e dopo aver sentito ufficio tecnico e assistenti sociali di ambito. Ma il sindaco di Cavazzo non aveva mai firmato l’autorizzazione, tanto da rivolgersi al Prefetto per chiudere quella situazione. Ora il nuovo episodio del dormitorio, questo almeno è sul territorio di Udine, ma sempre in logica emergenziale e senza coinvolgere nessuno a livello territoriale. L’operazione lascia perplessi perchè ci si aspetta da una giunta di sinistra una certa sensibilità e per il fatto che in realtà gran parte dell’inverno è già passato e che se vi era effettiva emergenza la risoluzione è quantomeno tardiva senza contare che ben altri sarebbero i numeri per ospitare senza tetto e magari le centinaia di migranti lasciati a se stessi sul territorio. Tutti fatti che aprono interrogativi, qualcuno perfino inquietante. Oggi ad alzare la voce sulla vicenda è la Rete di associazioni Aurora, presente e operativa nel quartiere di via Riccardo di Giusto che esprime il totale dissenso sul metodo utilizzato dal Comune di Udine che, spiegano in una nota, “nel far fronte a situazioni di emergenza di natura sociale, utilizza affidamenti diretti senza verificare le risorse e disponibilità presenti nei vari quartieri delle città. Questa volta, aggiungono, è accaduto per l’attivazione del “dormitorio” emergenziale collocato in via Valente nel quartiere di via Riccardo Di Giusto. Un centro di ospitalità notturno, da 24 posti letto per i senza tetto, assegnato, ancora una volta, direttamente alla Caritas, con un finanziamento, a sostegno di questa doverosa iniziativa di accoglienza, di cinquantamila euro. Tale stanziamento del Comune consentirà di accogliere, se lo vorranno, 24 persone senza fissa dimora fino al 30 aprile. Settanta giorni di accoglienza notturna per un costo pro capite di 29,75 euro, contro i 27,50 euro per il costo diario giornaliero riconosciuto ai richiedenti asilo accolti nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS). A parte la tardiva risposta all’emergenza freddo che coinvolge i numerosi senza tetto di Udine, al momento non si vedono ne strategie ne idee utili per la soluzione dei problemi collegati alle povertà, all’emarginazione sociale ed economica. Questo vale per i senza tetto, per le persone fuori accoglienza, per le tante famiglie e persone che vivono in situazione difficile. Si privilegiano gli interventi emergenziali affidandoli poi a quelle strutture in grado di sopperire e far fronte alle mancate scelte e decisioni politiche lungimiranti. Evidenziamo poi che il Comune ha sorvolato, senza mai rispondere alla proposta progettuale predisposta, e inviata al Sindaco e agli Assessori competenti ancora il 23 novembre, riguardante lo sviluppo di un Hub Socio Culturale per il quartiere Aurora, conosciuto più come via Riccardo di Giusto, che prevede tra le altre cose, percorsi e processi inclusivi delle persone e famiglie che vivono in situazione difficile facilitando in questo modo dialogo, integrazione e inclusione”.