Scuola e autonomia. Un diritto dei friulanofoni e della montagna friulana, dimenticato
Sembra che alla politica regionale interessi poco usare gli spazi di autonomia che lo status di “regione autonoma a statuto speciale” caratterizza il Friuli-Venezia giulia. Per esempio, viste le notizie di questi giorni, nulla dice la politica regionale sul diritto, nelle zone montane ovvero nei comuni friulanofoni, dove esiste un diritto all’uso e insegnamento della lingua madre, ad avere classi alle elementari anche con solo 10 alunni. E’ una opportunità, oltre che un diritto stabilito con legge statale, che non si capisce perchè non venga pretesa sia dai Comuni, che dalla Regione e dall’Ufficio scolastico regionale. Diritto importante che potrebbe permettere il mantenimento di una classe anche in presenza di soli 10 allievi, risolvendo così molti problemi alla comunità. Il diritto c’è….perchè non viene utilizzato mai? O forse i Comuni e la regione ignorano la esistenza di questo diritto? Eppure il problema c’è, la crisi demografica sta creando non pochi problemi all’organizzazione scolastica ma la rigida e burocratica applicazione di tagli delle spesa non è accettabile. La chiusura di classi deve essere l’ultima soluzione e la Regione deve chiedere il rispetto delle norme citate ovvero intervenire, anche con propri mezzi, a garantire il diritto (ed il dovere) allo studio, forse i bonus bici elettriche possono aspettare e la politica regionale deve prendere atto che lo spopolamento della montagna si previene anche garantendo i servizi, la scuola in particolare. Il Presidente del Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli Paolo Fontanelli