segreteria regionale di Sinistra Italiana Fvg su gestione Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale.
Sinistra Italiana esprime sconcerto per la gestione dell’Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale e l’incapacità di allocare risorse creando progettualità per il futuro, il fatto che ASFO abbia prodotto 10 milioni di euro di utile in un anno catastrofico per la sanità è una cifra che grida vendetta. Questi soldi vanno reinvestiti nei servizi sul territorio per i cittadini.
Nell’anno della pandemia anche Pordenone come in tutta Italia ha ridotto all’osso le prestazioni, in particolare allungando le liste di attesa per i controlli nelle patologie croniche, rendendo meno tempestivo l’accesso nei casi acuti, chiudendo formalmente o di fatto molti servizi territoriali. In questa situazione Pordenone si è caratterizzato per le mancate assunzioni, il carico eccessivo di lavoro per i dipendenti, le mancate ferie e riposi.
Questo non è il risultato di una scelta isolata del Direttore Generale, ma è una strategia solida regionale, nazionale, europea. Si pensi ad esempio alla PNRR, cioè il tanto sbandierato recovery Plan, il quale prevede che gli ultrasessantacinquenni e i disabili siano presi in carico dal privato o dal privato sociale, con il conseguente sistema di gestione fondato sulla efficienza, cioè le prestazioni erogate in base a un predefinito minutaggio, controllato da algoritmi.
Si tratta delle ennesime politiche di destra lontane dalle necessità dei cittadini, costretti a virare verso il settore privato. Continua lo smantellamento della sanità pubblica per i profitti di pochi. Per alcuni la prospettiva della privatizzazione della sanità è bella perché fa utili sulla salute dei cittadini e permette tagli lineari nel pubblico al fine di appianare bilanci.