Sergo M5S: “Su Biometano, mancano pianificazione e dibattito pubblico”

“Come al solito i cittadini si trovano di fronte al fatto compiuto e questo è quello che più infastidisce. Sul biometano le normative sono molto permissive, lasciando spesso e volentieri cittadini e amministrazioni con il cerino in mano, ma ciò non significa che tutte le zone prescelte dai proponenti siano adeguate a ospitare impianti di questo tipo”. A dirlo è il coordinatore territoriale di Udine per il MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo intervenuto all’evento organizzato dai Comuni di Tavagnacco e Pagnacco per la presentazione dell’impianto Biometano che si vorrebbe insediare vicino al casello autostradale di Udine Nord.

“In Regione sono una ventina gli impianti di biometano tra nuove installazioni e riconversioni di esistenti centrali biogas di recente approvazione. Una decina sono gli impianti autorizzati nel 2024. Anche in questo caso si perseguono gli obiettivi indicati nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – Pniec, aggiornato dal Governo proprio l’anno scorso.Il nostro Paese – continua l’ex consigliere regionale – deve garantire una produzione di biometano di 6 miliardi di metri cubi l’anno, una cifra apparentemente enorme, ma se ripartita per la popolazione italiana, la nostra Regione ne dovrebbe produrre poco più di 110 milioni”.

“Con gli impianti già autorizzati nel 2024 ne garantiremmo già la metà, senza contare gli esistenti, quelli autorizzati nel 2023, quello della Net a Udine in via Gonars, autorizzato 4 anni fa e l’impianto più grande che dovrebbe esser costruito dalla Bioman di Maniago con 3000 smc/h, in grado di produrre da solo circa 25 milioni di metri cubi l’anno. L’altra sera nel Teatro di Feletto Umberto grazie alla partecipazione di oltre 400 cittadini – conclude Sergo – sono emerse tutte le problematiche che questi impianti possono produrre in determinate zone. Il dibattito pubblico e la pianificazione di quante strutture servono e dove si possano installare diventa fondamentale. L’auspicio è che i proponenti abbiano compreso che il problema non è cosa o chi, ma come e dove si realizzano queste iniziative, ritirando l’istanza autorizzazione avanzata alla Regione come da noi suggerito durante l’assemblea”.