Sesta notte di guerra, presa ma non ancora “stabilizzata” la città di Kherson situata nel sud del Paese vicino alla Crimea
Tutte e agenzie di stampa confermano in questa mattina del 2 febbraio una relativa calma a Kiev. Notizia confermata anche dall’amministrazione comunale di Kiev secondo cui la notte appena trascorsa è stata appunto relativamente tranquilla. Da questa mattina alle 8 (ora locale) negozi, farmacie e trasporti sono tornati operativi. Secondo il municipio, la capitale continua a prepararsi per la difesa, erigendo fortificazioni nei punti strategici. È stato inoltre allestito un quartier generale umanitario che fornirà medicinali, cibo e beni di prima necessità, in particolare per coloro che ne hanno più bisogno tra cui anziani, persone con disabilità, madri con bambini piccoli e soggetti deboli in generale. Notizie decisamente meno tranquillizzanti arrivano da altre zone dell’Ucraina, in particolare arrivano conferme che dopo una notte di aspri combattimenti sarebbe stata presa la città di Kherson. Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, la città di Kherson situata nel sud del Paese, vicino alla penisola di Crimea, sarebbe caduta nelle mani dell’esercito di Mosca e anche se al momento le autorità ucraine non hanno confermato la notizia immagini di carri armati e truppe nella città è confermata da numerosi filmati postati da cittadini della città. Dalla notte era scattato un attacco massiccio contro la città: “Le unità dell’esercito russo hanno preso il pieno controllo della capitale regionale di Kherson”, ha detto il portavoce delle forze armate russe Igor Konashenkov. Pochi minuti prima dell’annuncio russo, alle 07:43 ora italiana, il sindaco ucraino della città, Igor Kolykhayev, aveva invece comunicato che la località era ancora sotto il controllo ucraino. “Siamo ancora Ucraina. Stiamo ancora resistendo”, aveva scritto sui social. “Oggi cercherò di trovare soluzioni per raccogliere i morti, per ripristinare elettricità, gas, acqua e riscaldamento nei luoghi dove è stato tagliato. Ma vi avverto: riuscire a farlo oggi, sarebbe fare un miracolo”, ha proseguito. La città e la sua periferia hanno subito nelle ultime ore intensi bombardamenti. La regione di Kherson, al confine con la Crimea, era stata attaccata dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio all’alba. L’esercito russo ha già preso un altro porto chiave in Ucraina, quello di Berdyansk, e sta attualmente attaccando quello di Mariupul.
Difficile valutare le notizie sulle perdite umane, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha dichiarato che quasi 6.000 russi sono stati uccisi nei primi sei giorni dell’invasione di Mosca e ha ribadito la convinzione che il Cremlino non riuscirà a conquistare il paese “con bombe e attacchi aerei”. Inoltre, in riferimento all’attacco delle forze di Mosca a Babyn Yar – luogo di uno dei più efferati massacri di ebrei della seconda guerra mondiale da parte delle truppe di occupazione tedesche assistite nella mattanza dagli ausiliari ucraini – Zelenskiy ha affermato che “Questo attacco dimostra che per molte persone in Russia la nostra Kiev è assolutamente straniera. Non sanno niente di Kiev, della nostra storia. Ma tutti hanno l’ordine di cancellare la nostra storia, cancellare il nostro paese, cancellare tutti noi”.