Sesto congresso di LegacoopSociali Fvg oggi al Centro Balducci di Zugliano (Ud) analisi sul comparto ed elezione del nuovo direttivo

Oltre 3 mila associazioni iscritte nel solo Friuli Venezia Giulia nel registro unico nazionale del Terzo settore a ottobre scorso. Di queste, più di 200 sono cooperative sociali che gestiscono servizi socio-sanitari, socioassistenziali ed educativi o anche finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e che poggiano su più di 14 mila lavoratori e lavoratrici. Numeri in crescita rispetto agli anni passati che fanno il paio con l’aumento del patrimonio netto delle coop sociali del Fvg, passato dagli oltre 36 milioni di euro (211 milioni di ricavi) del 2021 ai quasi 50 milioni (244 milioni di ricavi) del 2023.  Inquadrata la portata del settore vale la pena però in via preliminare spiegare cosa sono le cooperative sociali, ebbene la Cooperativa Sociale è una particolare forma di Cooperativa finalizzata alla realizzazione di servizi alla persona (di tipo A) o all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (di tipo B).  Questa differenziazione si aggiunge a quella più generale relativa alla forma societaria cooperativa, società disciplinata dal Codice Civile (Libro VI, Titolo V) come società a capitale variabile con finalità mutualistiche. Una Società Cooperativa può essere riconosciuta a mutualità prevalente o avere una forma diversa; le Cooperative Sociali sono sempre a mutualità prevalente. A differenze che in altre forme societarie le Cooperative si basano sul principio di democraticità quindi ogni socio ha gli stessi diritti compreso il voto in assemblea, a prescindere dalla quota di capitale. In sostanza la Cooperativa Sociale è una particolare forma di Cooperativa introdotta e regolata da una legge del1991 la 381  e dal  successivo decreto 112/2017 in quanto Impresa Sociale e si qualifica come particolare forma di Società Cooperativa finalizzata nel perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini. Va aggiunto che le Cooperative Sociali, a differenza di altri tipi di Cooperative, possono avere anche soci volontari (al massimo la metà dei soci lavoratori) e se di tipo B devono avere almeno il 30% di lavoratori svantaggiati che se, in virtù delle personali condizioni è possibile, devono essere associati. In sostanza con tutte le sue specificità il settore della cooperazione sociale riveste ormai da anni un ruolo fondamentale nella società per cui il congresso  di LegacoopSociali Fvg, che si è aperto questa mattina riveste particolare importanza e del resto i numeri sopracitati danno lo spessore di questa realtà anche economica.   All’apertura del Congresso sono stati diversi i saluti istituzionali portati prima dell’inizio dei lavori: da Paolo Iannacone, presidente del Centro Balducci, a Dorino Favot, presidente Anci Fvg, da Carlo Bolzonello III Commissione permanente Tutela della salute, servizi sociali, alimentazione, previdenza complementare e integrativa a Pino Napoli presidente di Federsanità Anci. Presenti, tra gli altri, diversi consiglieri regionali come Massimiliano Pozzo, Massimo Moretuzzo e Moreno Liruti.  “È evidente che la cooperazione sociale tiene ed è cresciuta così come il numero degli addetti – ha spiegato la presidente di Legacoop Fvg, Michela Vogrig –, ma è altrettanto vero che esistono delle criticità che vanno affrontate, come quelle relative all’adeguamento contrattuale che ha avuto ricadute importanti, di circa il 15% sul costo del lavoro nel mondo della cooperazione sociale. Un adeguamento che era doveroso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che non potevano più pensare di operare in una situazione di legittimata povertà come operatori di serie B. È tuttavia innegabile che l’impatto è stato e sia ancora pesante per le cooperative e che pone il problema di rinegoziare i contratti con le pubbliche ammnistrazioni, principale destinatario delle prestazioni di servizi”. Il rischio? Per Vogrig è che le cooperative sociali “perdono patrimonio per non perdere posti di lavoro perché questo é nella loro natura, ma così riducono redditività e, quindi, la capacità di investire su innovazione e in nuovi servizi necessari alla comunità”.

L’allarme

Non è solo questo l’allarme lanciato oggi da Zugliano. Le tendenze che colpiscono in modo differenziato il mondo delle cooperative, è stato detto, sono, tra le tante, una marginalità di fatturati decrescenti, fino ad appena l’1,5%, l’appiattimento sulla gestione dei servizi con disattivazione di nuovi bisogni emergenti, difficoltà di reclutamento con operatori retribuiti con bassi salari che spesso si formano all’interno delle cooperative per indirizzarsi poi verso il pubblico. Tutto questo alla luce di un drammatico bisogno di personale soprattutto nel settore di operatori con professionalità. Basti pensare che al primo gennaio 2024, la necessità di Operatori socio assistenziali in Fvg era di 388 persone in più, 51 infermieri, 30 fisioterapisti, 395 educatori socio-pedagocici, 118 sociosanitari e 47 educatori per la prima infanzia.

L’appello
“Dobbiamo recuperare il senso politico del lavoro sociale e la valorizzazione della sua finalità di interesse generale – l’appello di Vogrig alla politica –, non come erogatori di prestazioni, ma come partner per mettere al centro la qualità del lavoro di cura per le persone, i territori e le comunità e per costruire benessere e coesione sociale. All’interno di quella che a livello europeo viene chiamata economia sociale, che promuove un modello di sviluppo democratico, partecipativo e che mette al centro il lavoro senza finalità speculative – spiega ancora Vogrig – il rischio è che nel recepimento della direttiva europea sulla concorrenza del 2023 nelle modalità di accreditamento che si dovranno attuare anche a livello regionale si metta sullo stesso piano sia il sistema profit che quello del Terzo Settore. La cooperazione sociale è un moltiplicatore, non un mero prestatore d’opera che investe sul territorio, su lavoratrici e lavoratori e, quindi, un motore di trasformazione assolutamente essenziale e al centro delle nostre comunità. La capacità di Regione ed enti locali di collaborare con gli enti del Terzo settore – ha proseguito Vogrig –, può portare all’elaborazione di azioni integrate, efficaci e efficienti, che possono rappresentare una prima importante risposta di sistema, nonché la più vicina ai bisogni dei cittadini come, ad esempio, la domiciliarità innovativa”.

Le proposte

La mattinata di lavori, non è stata però solo l’occasione per elencare criticità e problemi, ma anche e soprattutto l’occasione per puntare i riflettori su proposte e soluzioni. Idee emerse anche durante la tavola rotonda alla quale hanno partecipato Rocco Scolozzi, futurista indipendente e docente all’università di Trento, Stefania Grimaldi, vicepresidente cooperativa La Collina, Andrea Bernardoni, presidente LegacoopSociali Umbria e Massimo Ascari, vicepresidente LegacoopSociali nazionale al quale sono spettate le conclusioni.

“Vogliamo promuovere e condividere politiche urgenti, coraggiose e visionarie, all’interno di alleanze strategiche – è stato detto –. Servono, ad esempio, politiche di protezione sociale per tutte e tutti, così come politiche di sviluppo locale che promuovano lo sviluppo e la coesione delle nostre comunità, valorizzando la nostra specificità di modello di impresa democratica e dove la partecipazione sia assunta come principio che connoti e dia spessore al nostro modo di intendere quell’idea di funzione pubblica più ampia che deve sostenere non solo il welfare ma, più in generale, la produzione dei cosiddetti beni comuni”. In poche parole, perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini, come recitato dall’articolo 1 della legge del 1991 sulla disciplina delle cooperative sociali. O ancora, per usare le parole di don Pierluigi di Piazza, doverosamente ricordato nel corso della mattinata, il “non girarsi dall’altra parte”.

Le elezioni

Al termine dei lavori l’elezione del nuovo direttivo regionale di LegacoopSociali Fvg. Spetterà ai 24 nuovi componenti eleggere il nuovo presidente del Fvg e portare quindi le istanze della regione all’appuntamento con il congresso nazionale di LegacoopSociali che si terrà a fine mese a Roma.