Si allunga la lista delle vittime degli “stage” aziendali. Muore il 18enne Giuliano a Noventa di Piave, schiacciato come Lorenzo a Lauzzacco

Si allunga la lista degli “stagisti” morti sul lavoro non lavoro. Ieri un ragazzo di 18 anni, Giuliano De Seta, di Ceggia (Ve) impegnato nell’alternanza scuola-lavoro, è morto in un incidente all’interno della Bc Service di Noventa di Piave azienda, specializzata nella lavorazione del metallo. Il giovane sarebbe stato colpito da una lastra di metallo di due tonnellate che gli ha schiacciato le gambe. Giuliano De Seta frequentava un istituto tecnico di Portogruaro e stava svolgendo lo stage in azienda per acquisire crediti. Pare che il ragazzo, ma su questo dovranno dare certezze le indagini, si trovasse da solo nei pressi di un macchinario, quando una pesante lastra di ferro sarebbe scivolata da un cavalletto investendogli in pieno agli arti inferiori. Gli operai dello stabilimento sono accorsi subito capendo immediatamente che l’infortunio era gravissimo e chiamando i soccorsi. In pochi minuti è arrivata un’autoambulanza con i medici del Suem che hanno cercato di stabilizzare il giovane, per trasportarlo all’ospedale. Ma ogni sforzo è stato inutile il ragazzo è spirato. I Carabinieri, i tecnici dello Spisal dovranno ora cercare le risposte sulle cause della tragedia e capire l’esatta dinamica e soprattutto il perchè il 18enne si trovava da solo vicino a quel macchinario. Di certo Giuliano stava effettuando lo stage di alternanza scuola-lavoro nella piccola azienda nella zona industriale di Noventa di Piave da soli quattro giorni troppo pochi, dicono a mezza voce in molti, per rimanere da solo nei pressi dei macchinari. Giuliano era uno studente dell’Itis Leonardo Da Vinci di Portogruaro e sognava di lavorare nell’ambito dell’elettronica e delle nuove tecnologie. Abitava a Ceggia, con il papà Enzo, un operaio metalmeccanico di origine calabrese, la mamma Antonella Biasi e un fratellino di 10 anni. Era arrivato all’ultimo anno dell’istituto superiore e aveva cominciato lo stage il 12 settembre. Ad occuparsi della ricostruzione di quanto accaduto in fabbrica saranno gli ispettori dello Spisal dell’Ulss 4 e i carabinieri della compagnia di San Donà di Piave, coordinati dal sostituto procuratore Antonia Sartori che ha ordinato il sequestro dell’area interessata, per effettuare i rilievi tecnici. Si ripropone così nuovamente e in modo drammatico il problema di adeguati controlli e della sicurezza sui posti di lavoro, in particolare per quegli studenti che entrano in una fabbrica per integrare l’istruzione scolastica e prepararsi ad un futuro inserimento nella realtà produttiva. Severissimo il commento dei sindacati, Michele Valentini, segretario generale Fiom Cgil di Venezia: “Siamo sgomenti e senza parole. Ogni giorno aumenta il contributo di sangue che lavoratrici e lavoratori danno a beneficio del profitto e della produttività. Bisogna fermare questa mattanza a cominciare dall’abrogazione dell’obbligo imposto agli studenti da una pessima legge che mette a rischio l’incolumità di giovani che dovrebbero essere in un ambiente sicuro quando studiano, presenti in azienda per imparare, non a produrre, formati sulle norme di sicurezza e sempre seguiti da un tutor”. Dopo quest’ennesimo morte bianca non si può non ricordare come questo 2022 sia anno horribilis per i morti sul lavoro ingenerale e per quelli che riguardano gli “stagisti”. Il fatto riaprirà, temiamo ancora sterilmente, il dibattitto sulla alternanza scuola lavoro, solo nel 2022 sono stati infatti molti gli incidenti che hanno coinvolto “stagisti”. Basti pensare all’incidente del tutto simile è quello di ieri che era costato la vita ad inizio anno a Lorenzo Parelli, 18 anni, al suo ultimo giorno di stage nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro, alla Burimec, un’azienda meccanica di Lauzacco, in Friuli. Anche in quel caso, Lorenzo fu ucciso dal crollo di una trave d’acciaio che gli cadde addosso. A solo un mese, era febbraio 2002, nelle Marche, a Fermano, ci fu un altro incidente terribile dove morì un ragazzo di appena 16enne, Giuseppe Lenoci. Il ragazzo era a bordo del furgone della ditta di termoidraulica in cui stava svolgendo lo stage. Doveva andare con un collega a sostituire una caldaia. Ma il furgone sbandò, usci di strada e Giuseppe Lenoci rimase ucciso. A maggio scorso altro incidente, un diciassettenne gravemente ustionato in una carrozzeria di Merano,, si salverà ma con danni permanenti, mentre a giugno uno studente sedicenne è caduto da cinque metri di altezza mentre stava installando uno striscione a Rovato, in provincia di Brescia, anche in questo caso ferendosi gravemente. Insomma una sorta di bollettino di guerra che non può e non deve lasciare indifferenti. Già a gennaio, bisogna ricordare, come a non restare indifferente fu il presidente Sergio Mattarella, che non solo inviò un messaggio di vicinanza alla famiglie, ma nel corso di un discorso pubblico sottolineò con forza che «non si possono più piangere morti assurde sul lavoro». Peccato che il mondo politico e istituzionale italiano che allora si disse sgomento si è guardato bene da fare qualcosa di concreto nonostante l’appello presidenziale. Speriamo che oggi non vengano versate altre lacrime di coccodrillo a pochi giorni delle elezioni.

L’inascoltato discorso di Mattarella del 29 aprile a Udine

«Anticipiamo la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta ma di un’occasione di richiamo e riflessione. Ciò che è accaduto a Lorenzo non può e non deve accadere». Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in ricordo di Lorenzo Parelli, il 18enne morto per un incidente sul lavoro durante il suo ultimo giorno di stage il 21 gennaio scorso, durante la cerimonia in corso nella palestra della scuola frequentata dal giovane, l’Istituto salesiano Bearzi di Udine. «Sono qui anzitutto per esprimere la mia vicinanza e la mia partecipazione all’immenso, insanabile dolore dei genitori, della sorella, dei suoi amici e compagni. È una ferita profonda – ha aggiunto – che interroga l’intera comunità, a cominciare da quella scolastica di cui era parte, dai ragazzi e gli insegnanti del suo corso di formazione professionale». Durante il suo intervento, Mattarella ha ribadito l’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro, «un diritto, una necessità e un dovere inderogabile» per le istituzioni, anticipando che il tema sarà al centro della cerimonia del 1° maggio che si terrà domenica al Quirinale. «La sicurezza sul lavoro si trova alle fondamenta della sicurezza sociale, cioè del valore fondante di una società contemporanea – ha detto Mattarella -. Il valore del lavoro per voi giovani, e per chiunque, non può essere associato al rischio, alla dimensione della morte».