Si dimettono 12 consiglieri comunali. Dimissionato il sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo

Non sono più sindaco di Tolmezzo. I cittadini mi hanno eletto, una congiura di palazzo, contro l’esito elettorale, mi ha appena fatto cadere. Questo l’annuncio via Facebook dell’ormai ex sindaco Francesco Brollo che spiega: “Un gruppo di consiglieri comunali di maggioranza (Scarsini, Craighero, Moser, Anzolini, Marchi, Mizzaro) accordandosi con parte dell’opposizione (D’Orlando, Faccin, Del Fabbro, Bonanni, Rinoldo, Zamolo) si è appena dimesso, causando la decadenza di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale. La conseguenza, spiega Brollo è che arriverà un commissario e il comune resterà bloccato nell’ordinaria amministrazione per mesi, fino a prossime elezioni”. Sembra una sorta di dispetto ma in realtà le cose sono complesse. Cerca di spiegarle il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli: “La sfiducia del sindaco di Tolmezzo segna un giorno triste. Ma non possiamo accettare anche in Fvg il teatrino dei gruppi misti e dei comodi cambi di casacca che purtroppo si vede a Roma. Il Pd rigetta le ambiguità e le ambizioni personali che vengono prima dell’impegno, della coerenza politica e dei cittadini. L’unica congiura di palazzo è quella di chi lusinga e promette da Trieste partecipazione a liste civiche di Fedriga e purtroppo quella di chi sul territorio si fa ammaliare, dimentica il suo percorso e abbandona le forze che lo hanno sostenuto nel lavoro fatto e da fare”. Lo dichiara il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, commentando la sfiducia presentata da 12 consiglieri comunali di Tolmezzo (Udine) nei confronti del sindaco Francesco Brollo.
“Il Pd ha contribuito a creare e sostenere lealmente questa amministrazione per oltre otto anni – ricorda il segretario dem – mettendo in campo donne, uomini, impegno, proposte e soprattutto valori e ideali progressisti. Non ci interessano le ambizioni personali di nessuno ma era nostro diritto e dovere sapere se quei valori erano ancora quelli del sindaco che abbiamo sostenuto e contribuito a far eleggere”.
“Era nostro diritto e dovere – aggiunge Shaurli – sapere se questa esperienza poteva continuare e giungere alla sua naturale conclusione nel 2024 o se sarebbe comunque finita in anticipo per calcoli ed ambizioni personali che niente hanno a che vedere con i cittadini di Tolmezzo. Nessuna risposta ci è arrivata, né quella più semplice sulle sfide da affrontare insieme, né – conclude – sulla collocazione ideale e valoriale”.
Ovviamnete di diverso avviso l’uscente Brollo secondo cui “i consiglieri dimissionari si sono presi la grave responsabilità di abbandonare la nave in piena tempesta, non perché il comune sia in difficoltà, anzi, ma perché siamo ancora nel mezzo della emergenza sanitaria, con cittadine e i cittadini preoccupati, con incognite sul futuro e con la necessità di avere un ente in piena attività che risponda a bisogni e problemi”. “Se pensano di colpire me sbagliano, chiosa Brollo, purtroppo l’unica cosa che hanno colpito siamo noi cittadini di Tolmezzo (e parlo non più da “primo” cittadino) perché in un periodo cruciale con i bandi del PNRR aperti, con le domande per il finanziamento dell’intesa regionale da presentare per il 28 febbraio e tanto altro ancora, il comune dovrà dire addio a finanziamenti se non probabili, possibili.
Loro condannano la città all’immobilità fino a nuove elezioni. Diciamolo chiaramente: una operazione sciagurata per calcoli politici fatta sulla pelle di 10.000 cittadini di Tolmezzo. Un fatto è chiaro: fino all’ultimo minuto con disciplina e impegno quotidiano ho rispettato il patto elettorale e il programma che ne è conseguito e ogni “accusa”, semmai fosse vera, sarebbe assolutamente sproporzionata rispetto alla scriteriata decisione di far decadere il Consiglio. Ci sarà comunque tempo e modo per spiegare tutto nei dettagli. Intanto prendo nota che se non avessi scoperto questa congiura per vie traverse non lo avrei saputo fino a pochissimo tempo fa. Colpire così alle spalle è indice perlomeno di poca lealtà. Si può capire un sindaco che viene sfiduciato se lascia un buco in bilancio, se viene condannato, se amministra male. Niente di tutto ciò, altrimenti avrebbero portato una mozione di sfiducia in Consiglio, motivandola e ponendola ai voti, invece preferiscono esautorare anche l’assemblea cittadina dimettendosi senza contraddittorio e privando così anche la cittadinanza di doverose motivazioni pubbliche che andavano correttamente fornite nel confronto tra le parti in aula. Una cosa è chiara ed evidente: io potrò lasciare il municipio a testa alta, i protagonisti di questa pietosa vicenda certamente no”.