Si ingrossa l’affaire Sores/De Monte: i motivi della decisione potrebbero non essere tutti limpidi
Mentre si moltiplicano le prese di posizioni ufficiali di partiti e sindacati sulla anomala nomina alla direzione del Sores, anche dal web arrivano vere e proprie bordate. Ultima dal blog Leopost in genere ben informato di “cose” di centrodestra. Ebbene in un piccatissimo post si legge testualmente:
“Tecla Del Dò, direttore della Struttura Complessa “Gestione risorse umane” dell’Arcs non ha preso atto della regolarità tecnica e amministrativa del decreto del direttore Giuseppe Tonutti che attiva il comando in Sores 〈emergenza sanitaria, non una robina marginale〉 a De Monte. Sul decreto non c’è la sua firma. Un giallo dalle sfumature accecanti e dai contorni sbalorditivi che si aggiunge al clamoroso aspetto del dirigente sanitario coccolato dal vice presidente che non ha aderito alla campagna delle vaccinazioni di Fedriga-Riccardi.
De Monte, da fonti interne all’azienda sanitaria del Friuli Centrale avrebbe rifiutato la fiala creando un problema di mansionamento e di scompiglio generale in direzione. Per questo motivo Riccardi ha deciso di trasferirlo forzando un concorso già istruito con 4 aspiranti e ricorrendo al magheggio del comando parziale dei primi mesi a Palmanova: dal 1° giugno al 1° agosto e per due volte alla settimana. Nel frattempo continuerà a svolgere le mansioni di primario nell’azienda sanitaria di Udine. Com’è possibile? Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 31 marzo 2021 prevede l’obbligo generalizzato di vaccinazione gratuita per gli operatori sanitari (e non solo). Il rifiuto del lavoratore determina la sospensione, senza retribuzione, dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni a rischio di diffusione del contagio da Covid-19. Il decreto legge approvato dal Cdm specifica inequivocabilmente che: la “vaccinazione costituisce requisito essenziale all’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati. In buona sostanza, tutti i lavoratori del comparto sanitario sono obbligati a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, farmacisti compresi. Qualora si accerti “l’inosservanza dell’obbligo vaccinale” occorre dare immediata comunicazione al datore di lavoro e all’Ordine professionale di appartenenza. L’adozione dell’atto di accertamento da parte dell’azienda sanitaria locale determina la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione. Durante l’intero periodo di sospensione, non è dovuta la retribuzione, altro compenso o emolumento. Il datore di lavoro “adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni, anche inferiori, ma con il trattamento corrispondente alle mansioni esercitate. Come può essere credibile un assessore che compie le autocelebrazioni ai centri vaccinali se un primario di livello con si vaccina? Sanità infetta…Regione malata”.
Ovviamente non sappiamo se le cose affermate da Leopost siano tutte confermabili. Di certo però la presunta mancata vaccinazione di De Monte c’era stata segnalata da più parti. Ultima in ordine di tempo una mail giunta in tarda serata di ieri da nostra fonte riservata interna al mondo della sanità, che poneva una sere di domande e ci scriveva:
Buonasera Direttore, fioccano nuove interessanti notizie sull’affaire De Monte -Sores.
Ieri, 25 maggio, il dott. Maurizio Andreatti ha comunicato all’attuale direttore della Sores, dott. Vincenzo Mione, che a partire da lunedi prossimo il Dott. Amato De Monte sarà presente presso la centrale operativa regionale per due giorni alla settimana per iniziare a prendere le consegne per la sua futura direzione. Il concorso in essere è stato sospeso con la delibera n. 82 del 26 maggio 2021 da parte di ARCS a firma del dott. Giuseppe Tonutti.
A questo punto ci sono alcune riflessioni che sorgono spontanee: perché inviare il dott. De Monte due volte a settimana in Sores dal 1 giugno al 1 agosto (data dell’inizio della quiescenza del dott. Mione) quando in pochi giorni potevano essere esperite tutte le formalità concorsuali ed arrivare ad una nomina regolare? Quali sono le motivazioni razionali che hanno portato ad una decisione così inconsueta? È quantomeno strano che tra i quattro candidati ce ne fosse uno con ottime referenze, invidiatoci in tutta Italia, il dott. Giulio Trillò, allontanatosi da Udine proprio perchè non gradito al dott. De Monte (il quale ha pensato bene di sostituirlo con un medico di poca esperienza in ambito di elisoccorso, si parla di un quinquennio o poco più rispetto alla trentennale militanza del suo predecessore): forse, il padrino friulano, aveva timore che ritornasse a casa e, non essendo più appartenente alla sua “famiglia”, gli creasse qualche grattacapo? E poi, perché ASU FC si priverebbe di cotanto luminare per destinarlo all’ARCS : i bene informati dicono che la Direzione Generale di ASU FC non abbia gradito la pessima figura fatta in terza commissione dall’ozonista e a quanto pare non apprezzi nemmeno che il dott. De Monte non si sia sottoposto (ma la conferma potrebbe arrivare solo dall’interessato ndr) alla vaccinazione contro il Covid-19. Voci, ovviamente, che nel palazzo regionale si fa finta di non sapere, o non si vuole determinatamente sapere, ma voci che purtroppo nascondono verità. In questi mesi il dott. De Monte ha approfittato in tutti i modi ed in tutte le sedi a lui afferenti della propria posizione di Direttore di Dipartimento: tra le varie disposizioni emanate, ha imposto al personale dell’elisoccorso di effettuare trasferimenti notturni in ambulanza con pazienti affetti dal virus mentre in tutti gli altri ospedali della regione questi venivano effettuati con medici ed infermieri reperibili dai reparti di degenza intensivi; forse a Udine, con ben tre servizi di terapia intensiva, non si riusciva a trovare risorse fruibili? Utilizzare il personale sanitario dell’elisoccorso di notte ha significato non renderlo disponibile a tutta la Regione in caso di reale necessità derivante da emergenze sul territorio e questo è di per sé un fatto gravissimo (le persone trasferite da un ospedale all’altro erano sì gravi ma i trasferimenti da Udine erano già noti durante il giorno e non era assolutamente impossibile programmarli e gestirli con personale ospedaliero reperibile). Il padre-padrone dipartimentale, ozonista convinto (ma se fosse stata la soluzione reale, l’intero mondo scientifico l’avrebbe adottata), e sanitario non vaccinato gode della protezione “civile” di un assessore incapace ed arrogante che, giostrando bene i suoi burattini, dimostra ancora di più quanto poco capisca di sanità. Le porgo i ringraziamenti per tutto ciò che sta facendo per aiutarci a dimostrare quanto malata sia la nostra sanità”.