Siccità: al via una cabina di regia regionale….oibò

Nasce la cabina di regia sulla siccità. Speriamo che alla carenza d’acqua non si sommi quella dei soldi pubblici. Non vogliamo essere malevoli, ma di “cabine di regia” ne abbiamo viste tante e in genere finiscono per tramutarsi in metodi di spartizione. Occorrerà vigilare molto perchè le premesse non sono rassicuranti dato che leggendo la nota stampa dell’agenzia della Regione Fvg  (Arc) si legge nel titolo: “fronte compatto Regione-gestori idrici per governare emergenza  siccità”.   Comunque volendo essere ottimisti il vertice nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia tenutosi a Trieste ha riunito tutti i soggetti, politici ed istituzionali, consorzi e aziende che producono elettricità, per fare il punto sull’emergenza siccità, che per la prossima estate non è un rischio o una probabilità, ma già un certezza. L’incertezza semmai è sulla sua entità perché dipenderà da quanta pioggia cadrà nei prossimi due o tre mesi. Fin qui siamo nel campo delle previsioni meteo ma visto che la danza della pioggia non è una opzione  ci dicono che le multiutility stanno già lavorando, ma solo una piccola parte delle opere sarà già pronta per questa estate. In genere dichiarazioni di questo tipo preludono alle richieste di casa, vedremo. Secondo quanto emerso occorreranno opere per fare fronte alla carenza di acqua con la indicazione di realizzare nuovi  bacini di raccolta dell’acqua piovana.  Serbatoi da riempire  quindi per far front alla richiesta soprattutto del mondo agricolo. Va aggiunto che girano voci inquietanti (non dalla cabina di regia sopradescritta) sull’eventuale utilizzo per l’agricoltura di acque reflue provenienti dai depuratori. Ora visto che il sistema di depurazione delle acque è lontano dalla perfezione, l’idea non sembra proprio la migliore.

Si legge in un lancio d’agenzia Arc: fronte compatto Regione-gestori idrici per governare emergenza  siccità

Per far fronte all’emergenza siccità e quindi al deficit idrico che riguarda il Friuli Venezia Giulia e, in generale, le Regioni del Nord Italia, alcune azioni strutturali sono già state messe in atto lo scorso anno e adesso si continua a lavorare per individuare tutte le soluzioni possibili per contenere la criticità. Ciò avviene grazie a un dialogo costante con tutti i soggetti coinvolti: i consorzi di bonifica, i gestori idrici e anche il cittadino. Si attiverà un monitoraggio settimanale e si valuta un possibile intervento di regolazione delle derivazioni concesse. È quanto è emerso stamattina a seguito di un incontro tenutosi a Trieste cui hanno preso parte il Vicegovernatore con delega alla Protezione civile, l’assessore alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile e l’assessore alla Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, i referenti dei gestori idrici e quelli dei consorzi di bonifica del Friuli Venezia Giulia. Per i tre esponenti della Giunta, la situazione richiede la massima attenzione e un’azione condivisa per garantire al meglio l’approvvigionamento idrico per uso umano, per l’agricoltura e per le attività industriali. Il 2023 eredita un 2022 di scarsa piovosità (40% di deficit idrico); se gli scorsi mesi di dicembre e gennaio risultano in linea – nella media di precipitazioni -, dal 24 gennaio scorso si registrano di fatto 40 giorni di secca; la neve è scarsa, le falde si sono abbassate – ai minimi storici registrabili -. È da 15 mesi, inoltre, che le piogge cumulate risultano sotto la media climatica. Un “conto corrente in rosso” pertanto, quello che si eredita dal 2022, aggravato da una scarsa piovosità – comunque in linea – nei due primi mesi di quest’anno, con un cuneo salino dell’acqua dei fiumi che ha raggiunto il massimo storico (misurato dal 1990). Nei prossimi tre mesi ci sarà quindi una forte attenzione sui fenomeni di piovosità; il quadro resta suscettibile di variazioni, in seno a una mutazione climatica globale connotata da eventi imprevisti e improvvisi, sia in ambito siccitoso che di massiccia piovosità. Una buona notizia per la nostra regione arriva da Edison, che ha comunicato stamani la disponibilità di mantenere in invaso 9 milioni di metri cubi d’acqua in più, a seguito del fermo impianti.

A fronte dello stato di emergenza siccità dichiarato lo scorso anno e prorogato fino al 31 dicembre 2023, il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha stanziato per la nostra Regione 4,2 milioni di euro grazie ai quali è stato approvato un piano di interventi urgenti condiviso coi gestori della rete idropotabile, cui si sono aggiunte di recente nuove risorse per realizzare altre opere finalizzate a contenere gli effetti della siccità e ad aumentare la resilienza del territorio. Si sta lavorando alla realizzazione di un masterplan per individuare gli interventi maggiormente necessari, sulle segnalazioni che giungeranno entro marzo dai gestori idrici – hanno comunicato gli esponenti dell’Esecutivo -.

I rappresentanti della giunta hanno inoltre sottolineato come sarà fondamentale l’informazione al cittadino rispetto all’importanza di non sprecare il prezioso bene, da attuarsi con una campagna di sensibilizzazione che lo scorso anno ha sortito ottimi risultati. Altrettanto importante sarà “spingere”, in ambito agricoltura, sui sistemi di irrigazione di ultima generazione – a micro-irrigazione, con risparmio notevole del bene -, già in larga parte attivati per gli impianti frutticoli, uva e orticoli afferenti l’asta del Meduna.

Si è inoltre convenuto di valutare l’adozione di misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari, di promuovere campagne di informazione per l’uso accorto della risorsa idrica, anche finalizzata a rendere gli operatori agricoli consapevoli del possibile rischio di aggravamento dei problemi di carenza idrica nei periodi di più intensa attività irrigua, nel caso in cui, a fronte del graduale esaurirsi delle risorse accumulate nei serbatoi dell’area montana, non si verificassero significative precipitazioni.

Nella prospettiva dell’inizio della stagione irrigua si promuoverà, dove possibile, l’utilizzo del “consiglio irriguo”, funzionale a razionalizzare l’uso delle risorse idriche superficiali e sotterranee. Saranno rafforzati i piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile: interconnessione delle reti, approvvigionamento con autobotti e interventi per la riduzione delle perdite.