Sindacato di polizia Silp Cgil: ‘troppi poliziotti morti, valutiamo parte civile’

“Troppe morti sul lavoro in polizia e tra le forze dell’ordine, si tratta di un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Spesso l’applicazione della legge sulle vittime del dovere è una foglia di fico dietro la quale l’amministrazione della pubblica sicurezza nasconde la propria responsabilità. Anche per questo la segreteria nazionale del Silp Cgil ha deciso di impegnarsi da subito a valutare la possibilità di costituirsi parte civile nelle cause penali relative agli infortuni o ai morti sul lavoro, con l’obiettivo di fare giustizia e garantire massima tutela a chi mette a rischio la propria vita per la sicurezza di tutti”. E’ quanto è emerso dalla riunione del Comitato direttivo nazionale del sindacato di polizia della Cgil, riunitasi a Roma, che ha denunciato le criticità della legge di bilancio in discussione in Parlamento in relazione alle “esiguità delle risorse economiche per il comparto Sicurezza”, le carenze strutturali e di organico della Polizia di Stato, l’uso smodato dello straordinario, tra l’altro non pagato. “Una situazione – ha detto il segretario generale del Silp Cgil, Pie che ci fa accendere un faro sull’organizzazione del lavoro, sulle direttive impartite e sulle misure di sicurezza adottate dalla nostra amministrazione, a livello centrale e periferico, per prevenire gli incidenti e le morti sul lavoro. Penso alla corretta valutazione dei rischi, alla formazione e all’addestramento, all’adeguatezza delle strutture e alle errate pianificazioni dei servizi, al rispetto della normativa 81/2008. E’ di tutta evidenza, per essere chiari, che un poliziotto costretto a lavorare 12, 18 ore al giorno tra doppi turni, impieghi in ordine pubblico e straordinari mette maggiormente a rischio la propria incolumità. La narrazione dei colleghi eroi e le normative premiali per le vittime del dovere non devono diventare un alibi”.