Sinistra italiana del Nord Est analizza i Piani regionali di Ripresa e Resilienza
Incontro online di Sinistra Italiana del Nord-Est (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige Südtirol) nei giorni scorsi per discutere dei progetti contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza(PNRR) e dei Piani regionali di Ripresa e Resilienza (PRRR) delle due regioni e delle due province autonome, per analizzare le proposte, focalizzare i punti di attenzione e, sulla base di questi, valutare le opportunità e sviluppare proposte alternative in ottica di un vero e radicale cambiamento. La partecipazione e il numero degli interventi, viene scritto in una nota, sono stati consistenti ed importanti. Tra gli altri si sono espressi consiglieri regionali e provinciali di altri partiti e di liste civiche vicini a Sinistra Italiana. L’introduzione è stata affidata a Giovanni Paglia, responsabile nazionale economia di Sinistra Italiana. Ne esce l’idea, si legge ancora, di un PNRR e di quattro PRRR che, al momento, sembrano solo elencazioni di priorità e di risorse incasellate in gruppi tematici, senza la definizione di ciò che verrà realmente messo in cantiere. Ma, soprattutto, manca la definizione di un chiaro progetto di riforme che sappiano indirizzare la spesa pubblica nella direzione di un cambiamento del sistema economico che sappia valorizzare l’innovazione e la transizione ecologica. Mentre le risorse andavano concentrate per ripensare completamente il nostro sistema industriale in ottica di sostenibilità si è preferito parcellizzare i fondi a disposizione tra molte e diverse categorie, all’interno delle quali è andato perso il focus della conversione ecologica dell’economia. In Friuli – Venezia Giulia, secondo Sinistra Italiana, il PNRR ha assunto caratteristiche tutt’altro che verdi: la giunta Fedriga ha proposto nuove infrastrutture del cemento ed è stata incapace di scelte veramente innovative. Secondo Sebastiano Badin, segretario regionale di SI “In un mare di incentivi alle imprese e agli amici del cemento, mancano misure di diritto allo studio, manca un piano per la mobilità pubblica intermodale e soprattutto mancano i dettagli dei piani per ripensare la sanità territoriale”. Sinistra Italiana si impegna a seguire la messa in opera dei piani e a cercare collaborazioni per vigilare che le opere messe in cantiere siano rispondenti alle reali esigenze di giustizia sociale ed ecologica dei nostri territori.