Sinistra Italiana denuncia lo smantellamento della sanità triestina a causa della malagestione di Dipiazza e Riccardi.

Il nuovo Atto Aziendale di ASUGI dimezza le strutture territoriali dei Distretti e dei CSM presenti sul territorio triestino. Passano infatti da 4 a 2 i distretti sanitari, stessa sorte per i Centri di Salute Mentale. Questo significa che i cittadini di Trieste vedranno importanti presidi sanitari allontanarsi dal loro territorio, favorendo così una preoccupante disarticolazione dell’assistenza sanitaria e sociale. Questa la denuncia di Sinistra italiana. Ridurre il numero dei distretti comporta un allontanamento dei livelli decisionali dal territorio. Se da una parte è vero che Trieste è una grande città, è anche vero che è articolata in quartieri con caratteristiche molto diverse. Ridurre i distretti significa che si allontana il responsabile di un servizio, che l’organizzazione delle attività si astrae rispetto al territorio e in virtù di ipotetiche sinergie si riducono gli operatori, si fatica a costruire attività integrate con i servizi sociali e con le espressioni attive della comunità. SI al Sert, al consultorio familiare, alla disabilità degli adulti. Questo Atto Aziendale nasce come una decisione calata dall’alto, senza alcuna condivisione con gli operatori e il personale sanitario. Ogni dissenso è represso dal timore di incorrere in procedimenti disciplinari. Sinistra Italiana denuncia ancora una volta il tentativo di mettere fine al modello di salute mentale nato a Trieste e diffusosi in tutto il mondo, fino ad essere assunto dall’OMS. La sanità territoriale è costantemente indebolita ed intesa in modo verticistico, fino al punto di favorire come diretta conseguenza il convenzionato ed il privato. Bene ha fatto Adesso Trieste a interrogare il Sindaco Di Piazza che in sede di Conferenza dei Sindaci avrebbe potuto opporsi a questa decisione scellerata e invece ha preferito non disturbare il manovratore. Il diritto alla salute dei cittadini di Trieste è sotto attacco a causa della malagestione di Dipiazza e Riccardi.