Sotto la demagogia, nulla: ICS – Ufficio Rifugiati Onlus polemizza con Salvini a Trieste
Come nelle previsioni, la visita a Trieste del sig. Salvini è stata caratterizzata da uno show demagogico privo di qualsiasi contenuto, che è servito solo a coprire la totale insipienza della politica locale. ICS ricorda al sig. Salvini che coloro che lui sprezzantemente definisce “clandestini” sono in larga parte rifugiati in fuga dalle guerre del Medio Oriente, e che in minima parte giungono anche a Trieste, dopo avere subito violenze e persecuzioni che il ministro nella sua vita agiata fa probabilmente fatica anche solo a immaginare. Né il diritto internazionale, né la Costituzione italiana, né il diritto interno prevedono in alcun modo che sia legittimo impedire l’accesso al territorio dei richiedenti asilo.
Al contrario, uno dei princìpi fondanti della nostra Repubblica è il diritto d’asilo verso lo straniero cui sia impedito nel proprio Paese l’esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, su cui il ministro ha pur giurato.
ICS ricorda che nessun accordo di polizia può sostituirsi all’applicazione, anche nelle zone di confine, delle norme sovraordinate in materia di asilo; addirittura auspicare che sia impedito ai richiedenti asilo l’accesso al territorio equivale a incitare – di fatto – a eludere uno dei più importanti princìpi costituzionali e a disprezzare i valori fondanti dell’Europa.
ICS ricorda che l’attuale governo italiano, da quando è in carica, non ha prodotto alcuna iniziativa politica per la riforma del Regolamento Dublino III, che pure rappresenta una priorità politica per il nostro Paese. L’introduzione del principio della obbligatoria distribuzione delle presenze dei richiedenti asilo tra tutti i paesi dell’Unione Europea secondo principi rigorosi di condivisione delle responsabilità rappresenterebbe, infatti, l’unica vera via per evitare i problemi che si verificano nelle aree di confine tra stati dell’Unione Europea, e quindi anche in Friuli Venezia Giulia. ICS continuerà, intensificandolo, il proprio lavoro di tutela dei rifugiati e di monitoraggio sulla corretta attuazione della legge anche all’ex confine orientale italiano agendo nelle opportune sedi, anche giudiziarie, avverso ogni eventuale abuso.