SPAGNA: DOPO VOTO CAOTICO, RESTA L’INGOVERNABILITA’. Unico dato certo l’aumento del partito ultradestra Vox che diventa terza forza nel paese
Come ormai succede sempre più spesso nelle democrazie Europee il voto che avrebbe dovuto dare stabilità alla Spagna ha finito per non risolvere nulla anzi, provocare ancora più confusione e incertezza, con i socialisti in testa (28,1%) ma lontani dalla conquista della maggioranza. Ed anche un accordo con Podemos non servirebbe a garantire governabilità. Solo un dato appare chiaro, le preoccupazioni espresse alla vigilia del voto dal leader dei socialisti Pedro Sanchez, su un’avanzata dell’ultradestra nella penisola iberica, sono state confermate dall’esito delle urne: Vox vola, il partito della destra nazionalista e sovranista diventa il terzo partito dopo il Psoe e il Partido popular, superando proprio Podemos e Ciudadanos, i due partiti nati quasi dieci anni fa dalla stagione degli Indignados che non hanno saputo consolidare i passati successi. A Vox il 15% dei suffragi così riesce ad ottenere 53 seggi, raddoppiando le preferenze rispetto alle consultazioni dell’aprile scorso. Al di sotto comunque del Partito Popolare che rispetto a sei mesi fa avanza ottenendo quasi il 21%. Tiene a fatica Podemos, al 12,8%, il doppio dei voti raccolti dai liberali di Ciudadanos. La conseguenza del voto è un quadro politico che non dà alcuna stabilità al Paese. Il blocco di sinistra, anche se unito non riesce a superare la soglia dei 176 seggi necessari per ottenere la maggioranza assoluta. Soglia lontana pure per il centrodestra, ed anche un’improbabile alleanza con Vox non servirebbe a nulla. Insomma il quadro che emerge è di profonda incertezza, l’ennesima beffa rispetto ai motivi che hanno portato milioni di spagnoli alle urne. Si tratta della quarta elezione in quattro anni e questo indebolisce inevitabilmente lo stesso concetto di democrazia parlamentare. Il voto dell’aprile scorso non aveva regalato alla Spagna una solida maggioranza, e i socialisti del Psoe dopo avere ricercato inutilmente un’intesa con Podemos avevano finito per gettare la spugna ed indire nuove elezioni. Oggi la situazione appare perfino più degenerata ed era prevedibile perchè sul voto pesavano due incognite pesanti : le proteste degli indipendentisti catalani, a seguito della condanna emessa da un Tribunale spagnolo nei confronti di alcuni leader della Catalogna, e l’avanzata della destra estrema. Nel corso della campagna elettorale il leader del Psoe Sanchez aveva lanciato numerosi appelli al popolo progressista a non disertare le urne per arginare l’avanzata dell’estrema destra, ma non è evidenemente servito visto che l’avanzata in effetti c’è stata, basta leggere il risultato di Vox, il movimento di Santiago Abascal nato da una costola ultraconservatrice del Partito Popolare che in soli sei mesi ha quasi raddoppiato le preferenze e che scimiotta pericolosamente il sovranismo salviniano che sembra dilagare in Europa. Lo scenario che si apre appare quindi piuttosto nebuloso. Sanchez indebolito, per potere governare, dovrà incassare intese non solo con Podemos, ma anche con la lista Mas Pais, nata dalla scissione di uno dei leader di Podemos Iñigo Errejón. Ma non basterà a dare stabilità nei numeri, probabilmente risulterà fondamentale stringere un’alleanza con gli indipendentisti catalani, una strada in salita che rischia di minare la stabilità politica della Spagna.