In Friuli siamo all’onanismo autorenferenziale. Silenziata come di scarsa importanza la partenza di Braganti dall’Asufc che ringrazia, plaude ai friulani “sani, onesti e lavoratori, e se ne va

Avevano una certa curiosità di capire come sarebbe stata trattata la notizia giunta ieri come un fulmine a ciel sereno della partenza per lidi umbri del direttore generale dell’Azienda sanitaria Universitaria del Friuli Centrale Massimo Braganti. Curiosità perchè delle due una: o la Regione Fvg ed in particolare il suo assessore alla salute non sapevano della dipartita e questo dimostra quantomeno l’incapacità di gestire i rapporti con le direzioni sanitarie e che spiegherebbe molto dei dati pandemici disastrosi, o invece sapeva e ha taciuto ben consapevole che lasciare  sguarnito il vertice di una grande realtà sanitaria in piena pandemia più che un problema è follia. La scelta è stata quella di lasciar “passà ‘a nuttata” confidando anche nella assenza di reazioni da parte delle opposizioni “strutturate” che forse sperano di veder così riciclato qualche personaggio meno inviso di Braganti nella logica di “tafazzismo” avanzato che spesso caratterizza l’azione del centrosinistra.  Certo non si può incatenare nessuno alla poltrona ma almeno si poteva annunciare la cosa accompagnando la notizia con l’annuncio di misure adeguate in termini di tempi e modi, così almeno per rispetto ai malati conclamati e quelli purtroppo potenziali. Invece si è scelta la politica del silenzio e poi quella di minimizzare la portata della dipartita, fosse così si dimostrerebbe che tutto sommato quella pletora di direttori servono solo a garantire la tenuta di un sistema politico regionale in sanità fatto di tagli di nastri e distribuzione e moltiplicazione di poltrone, lauti stipendi e nomine varie. Così sulla stampa locale la notizia oggi, quando c’è, è defilata, infarcita dei soliti stucchevoli complementi al “sistema Friuli” che tanto piace scrivere e  leggere in autoreferenziale e appagante onanismo. Così fra l’altro non si mette in difficoltà l’assessore. Addirittura tutto viene declassato a informazione localissima quasi che il ricambio riguardasse (con massimo rispetto verso la categoria) un fattorino. Presente solo nelle pagine di Udine, senza neppure uno straccio di richiamo in prima, completamente assente nelle altre edizioni e, nel caso del Piccolo di Trieste, assente del tutto, quasi che quanto avviene in Friuli, sia “altro” rispetto al resto della regione, anche se quell’altro, è un pezzo enorme della spesa pubblica sanitaria regionale. Intendiamoci nessuno scandalo, è legittimo che una testata, anche nella sua ormai unicità gestionale e con bravura, utilizzi anche il silenzio per appoggiare i propri pupilli politici di riferimento, sarebbe però il caso che i lettori venissero avvertiti che non stanno leggendo un giornale indipendente ma sorta di house organ: le gazzette  del governatorato di Fedriga & company. Nulla di nuovo sotto il sole della ormai poverissima editoria del Fvg.

Fabio Folisi

 

Il direttore generale dell’Asufc Massimo Braganti lascia il Friuli. La decisione nelle segrete stanze del centrodestra. L’abbandono in piena pandemia lascia la gestione sanità friulana allo sbaraglio