STOP TTIP/CETA UDINE: oggi dalle 16 alle 19 presidio in via Canciani

presidio con banchi informativi sui Tribunali arbitrali nei trattati internazionali di libero commercio (Ttip, Ceta, Mercosur), in via Canciani all’incrocio con Galleria Bardelli. Il presidio è promosso dal comitato udinese StopTtip/Ceta in adesione alla mobilitazione continentale dall’11 al 19 ottobre prossimi a cui fanno appello oltre duecento organizzazioni in tutta Europa, che hanno lanciato una campagna dal gennaio scorso per abolire l’impunità delle multinazionali e creare un sistema di regole vincolanti per le loro attività. Sabato 12 ottobre attivisti udinesi al presidio daranno le indicazioni per firmare la petizione online contro gli Isds (Investor to State Dispute Settlement) sul sito www.stop-ttip-italia.net.

Governi in tutto il mondo, fra i quali quelli dell’Italia e dell’Unione europea, continuano a negoziare e concludere trattati commerciali in cui è inserita una clausola la quale permette alle imprese multinazionali di fare causa agli Stati che minacciano i loro profitti attraverso l’Isds, acronimo di Investor to State Dispute Settlemet, sistema di composizione delle dispute fra investitore e Stato.

Grazie all’Isds, un’azienda può trascinare uno Stato davanti a un tribunale sovranazionale, chiedendo risarcimenti illimitati. Il tribunale è composto da tre avvocati commerciali, spesso in conflitto di interessi. Le udienze si tengono a porte chiuse e non c’è quasi mai la possibilità per lo Stato di ricorrere in appello. Questo sistema ha già causato perdite per 85 miliardi di dollari – soldi dei contribuenti sottratti a politiche sanitarie, ambientali e sociali – ai governi di tutto il mondo.

La campagna internazionale “Stop Isds – Diritti per le persone, regole per le multinazionali” chiede lo stralcio delle clausole Isds da tutti gli accordi commerciali e di investimento, in vigore e in fase di negoziato. La campagna invita gli Stati membri ad approvare un trattato vincolante delle Nazioni unite sulle multinazionali e sui diritti umani. Solo così i cittadini e le comunità colpiti dagli abusi delle corporations avranno uno strumento per costringerle a rispondere delle loro azioni.