Studenti universitari di Trieste “bacchettano” il sindaco Dipiazza sulle dichiarazioni relative all’adunata degli Alpini
Il Consiglio degli Studenti dell’Università degli studi di Trieste organo statutario dell’Università degli Studi di Trieste ha approvato con 20 voti favorevoli e una astensione una nota nella quale si dissocia dalle dichiarazioni del sindaco di Trieste Dipiazza sull’ adunata degli alpini. Si legge nel documento diffuso: “Il Consiglio degli Studenti dell’Università degli Studi di Trieste, in rappresentanza di tutta la comunità studentesca dell’Ateneo, condanna con decisione le dichiarazioni rilasciate all’emittente televisiva Telequattro dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, in merito ai fatti avvenuti presso l’adunata degli Alpini svoltasi a Rimini all’inizio del mese di maggio. Tali dichiarazioni costituiscono un inaccettabile tentativo di minimizzare e legittimare comportamenti misogini, offensivi e molesti, figli di un’arretrata mentalità patriarcale che ancora si esprime nella quotidiana violazione dei diritti e della pari dignità delle donne. Il fatto che tali posizioni siano state prese da una figura istituzionale che rappresenta l’intera cittadinanza le rende ancora più gravi, lasciando ingiustamente trasparire l’immagine di una città, e quindi anche di una comunità universitaria, non all’altezza delle battaglie civili dei nostri giorni. A sostegno delle sue posizioni, il Sindaco ha affermato: “quando giro per la città molti mi danno ragione”. Per questo motivo, come organo rappresentativo della comunità studentesca triestina abbiamo ritenuto imperativo dissociarci dalle sue irripetibili parole: le studentesse e gli studenti dell’Università di Trieste credono fermamente nella promozione di un’autentica parità di genere, strumento fondamentale per raggiungere una società equa e aperta a tutte e a tutti. Invitiamo, quindi, il Sindaco Dipiazza a confrontarsi anche con noi e il resto della comunità studentesca, certi che ciò potrà offrirgli una diversa prospettiva sul tema. Infine, esprimiamo solidarietà e vicinanza alle associazioni che operano in difesa dei diritti delle donne: una missione coraggiosa, ancor più quando alcuni rappresentanti delle istituzioni si permettono di delegittimarne una definendola “gentaglia”.”