Tagliamento fiume da mettere in sicurezza dalle sorgenti alla foce. Presentati i progetti in Consiglio Regionale
“Non è più tempo per prese di posizione strumentali o campanilismi”, ha detto in apertura dei lavori dell IV Cmmissione l’assessore regionale all’Ambiente, “è tempo di politiche di ampie prospettive. “Gli ha fatto eco Alberto Budai, presidente della Commissione e consigliere del gruppo Lega Fvg secondo cui: “Oggi abbiamo dato voce a tutti gli attori interessati alle progettualità relative alle soluzioni idrauliche ipotizzate per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento”. Budai riassume la seduta della Commissione odierna durante la quale tutte le parti in causa coinvolte di confrontarsi sul tema del Tagliamento perché possano emergere criticità e opportunità per il territorio”. “I lavori previsti per 190 milioni lungo tutto il suo corso faranno sì, salvaguardando l’aspetto morfologico del fiume, che il Tagliamento non debba più costituire un problema per la popolazione. Ed è giusto che i sindaci, rappresentanti del territorio, siano a conoscenza di tutti gli interventi programmati”, spiega ancora Budai. Al termine della seduta che ha visto l’attiva partecipazione di tutti gli auditi e dei consiglieri, il presidente della IV Commissione ha poi sottolineato come “questa presidenza non si sia mai sottratta a un confronto serrato con il territorio, i consiglieri e gli assessori e continuerà a dare il giusto focus a questo tema così importante, che riguarda il nostro fiume e il nostro Friuli Venezia Giulia. Abbiamo sempre dato e continueremo a dare voce ai territori – conclude Budai – per fare conoscere al Consiglio i progetti e le opere che saranno realizzate e i loro impatti in tema di sicurezza e ambiente”. In realtà sono stati Sono i tecnici ad illustrare come ci si muoverà. Il piano di gestione del rischio alluvioni dell’Autorità di distretto è stato modificato, eliminando la traversa di Pinzano e diluendo lungo il corso del fiume altre opere.
Critiche dalla opposizione PD: «Mentre la giunta rimescola le carte in tavola, la messa in sicurezza del Tagliamento riparte ancora una volta dall’anno zero. E intanto le preoccupazioni dei cittadini e degli amministratori locali non trovano risposte». Lo afferma il consigliere regionale Massimiliano Pozzo (Pd). «Dopo anni in cui la Regione ha portato avanti la soluzione della traversa di Pinzano, confermando quanto indicato dal Laboratorio Tagliamento, abbiamo appreso solo dalla stampa (a fine dello scorso anno) che si era deciso di cambiare optando per opere alternative, prima fra tutti un utilizzo del ponte di Dignano per realizzare una barriera idraulica per trattenere il picco dell’onda di piena a protezione dell’ esondazione più disastrosa. E realizzando una cassa di espansione fuori alveo all’altezza di Madrisio. Ricordiamo inoltre – continua – che nel febbraio del 2020 ci fu un’audizione fotocopia nella quale si confermarono gli obiettivi su Pinzano. A distanza di quattro anni esatti cambia tutto e sembra di essere di nuovo all’anno zero» afferma Pozzo.
«Se da un lato abbiamo apprezzato l’illustrazione tecnica fornita dal direttore Canali, dall’altro va detto che la Giunta regionale ha perso anni, modificando solo qualche mese fa le decisioni già prese senza nemmeno sentire prima il Consiglio regionale, né tanto meno il territorio: alle preoccupazioni espresse oggi dai sindaci di Latisana e Lignano va data una risposta concreta» prosegue il consigliere dem. «Attendiamo di capire come sarà modificato il Piano di gestione del rischio alluvioni e auspichiamo che ci sia chiarezza sulle scelte, sui tempi di realizzazione delle opere e sulla loro fattibilità economica e sociale, ricordando anche che a oggi non c’è alcuna copertura economica. Non abbiamo inoltre sentito alcun impegno concreto per realizzare gli interventi nei tempi previsti dalle scadenze del piano alluvioni previste per il 2027. Occorre scongiurare un nuovo rinvio a tempo indeterminato, tenuto conto dei gravi sconvolgimenti che sta portando il cambiamento climatico». Intervento anche dalla Dem Celotti secondo cui in sicurezza del Tagliamento deve passare dal confronto con le associazioni, con i territori e con chi li rappresenta, ossia quei sindaci che negli anni hanno dimostrato sensibilità nel cercare e trovare soluzioni rispettose del corso d’acqua». «La soluzione che oggi si prospetta, viene descritta come una sintesi, migliore di quella precedente, tra le esigenze di sicurezza delle comunità del basso corso e quelle di tutela ambientale e paesaggistica, ma anche di sicurezza delle comunità, del medio corso. L’auspicio – continua Celotti – è che la commissione di oggi rappresenti l’avvio e il successivo proseguimento di un confronto con l’Autorità di bacino e le amministrazioni locali, che renda condiviso il percorso e magari anche migliorabili le ipotesi, visto che abbiamo dimostrato che la sensibilità delle amministrazioni locali e le istanze poste dalle Associazioni che si sono mobilitate a tutela del Tagliamento, hanno determinato l’individuazione di soluzioni tecnicamente migliori e più rispettose, a quanto pare, dal punto di vista paesaggistico e ambientale». Ora però, conclude Celotti, «servono maggiore chiarezza e maggiori approfondimenti, perché le amministrazioni locali e i consiglieri regionali possano valutare la soluzione proposta sulla base di evidenze tecniche scientifiche sulle opere e sull’impatto in caso di piena».
La posizione di Serena Pellegrino. Alleanza Verdi e Sinistra.
“L’annoso problema della gestione idraulica del Tagliamento ci impone di capire come lo dobbiamo risolvere, chi lo risolverà e in capo a chi saranno le responsabilità, perché sappiamo bene che in caso di alluvioni alla fine sono i Sindaci a trovarsi con il cerino in mano”.
Lo afferma la consigliera regionale Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, vicepresidente della IV Commissione, in occasione dell’audizione in IV Commissione durante la quale sono state illustrate le soluzioni idrauliche ipotizzate nello studio per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento e per effettuare i relativi aggiornamenti del Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto Alpi orientali.
Pellegrino, ribadendo che tecnica contro politica è una dinamica che non funziona, e che la scelta definitiva sarà sempre e comunque in capo alla politica, ha anche precisato: “ Nell’odierna presentazione in IV Commissione giustamente il concetto dell’adattamento climatico è ricorso spesso; ma è sembrato del tutto separato dal concetto della mitigazione, intendendo con questo la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, cioè le azioni che devono svolgersi parallelamente all’adattamento, meglio ancora precederlo.”
Prosegue Pellegrino: “ Lavorare solo sulle azioni di adattamento significa mettere una pezza ai problemi, poi regolarmente l’urbanistica prende il sopravvento e il dialogo tra ambiente e urbanistica quasi mai funziona. Una scelta urbanistica sbagliata è stata la variante di Dignano, con il rischio che il pezzo di strada in trincea in caso di alluvione si trasformi in canale scolmatore. L’ipotetica variante di Barbeano configura un analogo errore urbanistico e non ho avuto risposta alla domanda se nel pianificare gli interventi di messa in sicurezza idraulica sia stata considerata la relazione con la variante Cimpello- Sequals-Gemona .”
La raccomandazione della consigliera è stata che “non possiamo pensare di fare una progettazione perimetrata Comune per Comune, o peggio ancora, in scala uno a prossime elezioni, dobbiamo ragionare a grande scala, con una visione ampia nella quale abbiano voce e considerazione anche i contributi dei diversi portatori di interesse. Così come non si può neanche pensare che sul Tagliamento a Dignano possiamo mettere tutto quello che abbiamo in mente per garantire la sicurezza a valle solo perché l’alveo in quel tratto ha una maggiore estensione.”