Terza corsia quasi pronta, poi succederanno “cose” seguendo l’odore dei soldi e qualcuno già mette il cappello sulla nascente “newco”

Follow the money, sostenevano Falcone e Borsellino, cioè “segui la pista del denaro e troverai il mafioso”, troverai il malaffare. Quale miglior modo, in una società capitalistica basata sul consumismo e sul profitto a tutti i costi, se non quello di seguire la via del denaro per arrivare a conoscere la stratificazione del potere, perfino di quello occulto. Del resto i magistrati del pool palermitano questo lo avevano capito già durante la loro guerra alla mafia, negli anni ’90. “Cosa nostra” cominciava ad assumere un nuovo volto, fatto di connivenze con insospettabili uomini d’affari, professionisti dall’immagine apparentemente specchiata e politici prezzolati. Non c’è niente di più attuale e pregnante di quell’esempio, perchè le parole su odore dei soldi e potere furono pronunciate da chi sapeva, come del resto confermato dalle ultime dichiarazioni di Borsellino recentemente de-secretate, che sarebbe morto in quanto servitore dello Stato dalla schiena dritta lasciato solo, anche a causa della deviazione di spezzoni di quello stesso Stato. Furono scritte allora pagine fra le più buie per il Paese che definiamo tutti, soltanto oggi e in ritardo colpevole, la stagione della “trattativa”. Loro sapevano, ma oggi tanti sanno che in realtà di quelle trattative, forse meno eclatanti, l’Italia è piena, perchè le cupole e mini cupole del malaffare hanno imparato l’arte e l’hanno messa da parte dal sud al nord della penisola. Del resto le cronache raccontano che ogni volta che si è decisa una grande opera si è sentito puzza di bruciato e un grande odore di denaro in libera uscita. Vedremo se prima o poi verranno fuori, magari fra le camionate di carte all’attenzione della procura isontina   che le ha sequestrate nell’operazione “Grande Tagliamento”, tracce di quelle spartizioni innominabili.   “Ci siamo trovati di fronte ad un’indagine estesissima – aveva commentato l’anno scorso  il generale di divisione Giuseppe Bottillo, comandante della Guardia di Finanza del Friuli Venezia Giulia -, una vera e propria metastasi osservata in diretta, quasi una tac del sistema degli appalti”. In sostanza, avevano spiegato gli inquirenti,  nella ricostruzione delle procedure di affidamento degli appalti  sono stati verificati accordi tra imprese e  conseguente spartizione degli appalti, il tutto con accordi collusivi e la turbativa d’asta, quella che può essere definita una “cupola” faceva in modo che, ad aggiudicarsi i lavori, fosse questa o quella impresa della cordata, aggiudicandosi l’appalto alle condizioni più favorevoli e andando a violare il principio di libera concorrenza.  Vedremo come andrà a finire, oggi, pare, sono decine i finanzieri che stanno spulciando le centinaia di faldoni sequestrati. Ma vicende giudiziarie a parte, anche oggi è evidente c’è chi sta seguendo, nel bene e nel male, l’odore del denaro, magari come semplice scappatoia ai propri fallimenti politici. Se proprio tocca uscire di scena conviene farlo nel migliore dei modi, cadendo dove l’odore dei soldi (legali si intende) è più forte. Come interpretare altrimenti l’invito ironico della deputata del Pd Debora Serracchiani, a richiamare l’attuale assessore alla salute Riccardo Riccardi alla testa di Autovie. Del resto sono molti i rumors e i fatti che vedono non solo l’assessore alla salute Riccardi essere sempre meno in salute (politica ovviamente)  pressato fra una gestione della sanità ormai al palo, come dimostra la contestata assemblea di Palmanova di pochi giorni fa,  con siluri più o meno giustificati che gli arrivano da tutte le parti ma soprattutto da quell’area di centro destra che un tempo ne era l’ossatura e che oggi sta scegliendo lidi diversi da quelli di una Forza Italia sempre più ridotta nei ranghi e soprattutto nei voti. Ed anche se il governatore Fedriga non pare avere carisma decisionale se non quello che gli viene dallo scimmiottare il suo capitano preferito, senza averne carisma e fisico però, qualcosa si sta muovendo, almeno così raccontano i meglio informati di cose di centrodestra. Insomma voci sempre più insistenti iniziano a chiedersi se la nuova newco Autostrade Alto Adriatico non potrebbe essere la soluzione. Chissà chi sarà chiamato a presiedere questo giocattolo nuovo, noi che siamo notoriamente maliziosi qualche idea l’abbiamo, magari c’è da pensare sarà un uomo d’esperienza nel settore e che attualmente non sta brillando nell’incarico politico nel quale si muove come pesce fuor d’acqua e viene attaccato, per i danni che sta provocando, da molti anche suoi ex amici. Insomma si vocifera che per evitare contraccolpi pesanti dalle parti di Fedriga, ma soprattutto in quel di Martignacco, si starebbe pensando alla soluzione salomonica. Riccardi potrebbe uscire dalla giunta per approdare alla guida della newco. Sarà vero? I sintomi della febbre ci sono tutti. Del resto in una sua recente dichiarazione che in quest’ottica assume una certa rilevanza lo stesso Riccardi dice:   “Adesso  possiamo invece vedere la luce che auspichiamo sia chiara e luminosa per consentire alla newco Autostrade Alto Adriatico di proseguire il lavoro fatto e garantire un futuro importante alla nostra regione”.  Insomma un futuro radioso per la newco Autostrade Alto Adriatico che gestirà i pedaggi ed avrà la concessione garantita senza alcun rischio di gara, generando così tanto profumo di denaro sicuro.  Del resto che Riccardi sia ormai  sostenuto da un partito in discioglimento votato probabilmente all’irrilevanza è sotto gli occhi di tutti. Così lui potrebbe essere costretto alla scelta di ritornare ai suoi vecchi amori autostradali tornando così ad annusare l’odore dei soldi. Tutto sommato un bel paracadute. Certo una scelta forse che non soddisferà le aspirazioni di chi è stato eterno vice ma che, tutto sommato, è “cadrega” dorata e fruttifera.

 

 

 

Fabio Folisi

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