Terzo mandato: Rojc (Pd), Governo impugna legge Regioni speciali?
“Il ministro Calderoli in raccordo con il Governo renda noto se impugnerà la legge approvata dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento, che eleva da due a tre il numero massimo di mandati consecutivi esercitabili dal suo Presidente. In caso il Governo non ritenga opportuno procedere in tal senso, si facciano conoscere le ragioni di tale decisione, anche con riferimento al principio di uniformità nell’applicazione dei limiti alla rieleggibilità delle cariche monocratiche sul territorio nazionale, nonché al rispetto delle competenze legislative tra Stato e Autonomie speciali. La fattispecie ha rilevante interesse anche per l’eventuale introduzione del terzo mandato nella Regione autonoma Friuli Venezia Giulia”. La senatrice Tatjana Rojc (Pd) rende nota l’interrogazione depositata con il vicepresidente della 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) Dario Parrini e con il capogruppo Pd nella stessa commissione Andrea Giorgis. L’atto fa seguito alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il terzo mandato per i governatori delle Regioni ordinarie e alla contemporanea legge di modifica al sistema elettorale approvata dalla Provincia autonoma di Trento che consente il terzo mandato al presidente leghista in carica Maurizio Fugatti, ed è formulato “in considerazione della sua sostanziale identità contenutistica rispetto alla legge regionale campana recentemente impugnata e dichiarata costituzionalmente illegittima”
Dato che il dispositivo della sentenza non si applica alle regioni autonome perché la Corte costituzionale non ne era stata interessata dal ricorso proposto dal governo nei confronti della legge della regione Campania, la senatrice evidenzia che la questione del terzo mandato per le Regioni autonome potrebbe essere valutata dalla Consulta se questa venisse nuovamente interpellata dal Governo. E in questo caso, sottolinea Rojc, “ci sarebbe da attendersi l’estensione del limite dei due mandati anche a Regioni e Province autonome”. Di qui, la necessità di “chiarire la posizione del Governo su un punto di rilievo politico e istituzionale che – conclude la senatrice –non ammette disomogeneità né strumentalizzazioni”.