Tiro al bersbaglio

Accidenti, ma allora o tutto quanto ci hanno raccontato a proposito della precisione millimetrica (o quasi) di queste modernissime armi, dell’intelligenza inconfutabile anche alla luce del fatto che i droni che le lanciano sono guidati, appunto, dall’intelligenza artificiale, o sono balle oppure sono non poi così intelligenti. L’alternativa sarebbe che chi le guida abbia già messo in conto che l’errore potenziale che produce le stragi in corso, non sia poi all’intelligenza artificiale ma voluta da quella umana. In fin dei conti, chi è mai perfetto in questo mondo? Dunque, ufficialmente, tutti i macelli provocati da questi infernali strumenti sono dovuti non a responsabilità soggettive e precise, ma a tristi, imprevisti e non voluti incidenti.
Certo che sbudellare decine di migliaia di persone a causa di imprevisti errori potrebbe far pensare che se il problema è davvero quello, una soluzione dovrebbe essere trovata e che evitare di usarle dovrebbe risultare logico. Beh, è chiaro che a pensare in questo modo si pecca di un minimo di ingenuità, ma comniciare a credere che continuare ad investire cifre da capogiro in armamenti e sentirsi rimproverare che ancora non sono abbastanza sia una solenne minchiata, potrebbe persino essere giusto. Soprattutto alla luce del fatto che le spese dedicate al sociale sono al lumicino e che senza nvestimenti adeguati la gente creperà anche per mancanza di degna assistenza e non solo a causa delle armi che si comprano in alternativa.
Ma tornando a noi, quanto sta avvenendo a Gaza nel presunto interessamento del globo, ma nella reale indifferenza da parte di chi potrebbe veramente intervenire, è la più chiara dimostrazione che al di là delle belle parole e velate pseudo minacce (nemmeno troppe ad onor del vero), Israele ha carta bianca di fare ciò che vuole senza che qualcuno si prenda davvero la briga di dire basta, e dell’assoluta inutilità di un sistema di governo sovrannazionale che stabilisca le regole di convivenza tra le persone di questo mondo. Non di quello esistente prlomeno. Non c’è Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, non c’è Tribunale Penale Internazionale, Corte Internazionale di Giustizia che voglia (potrebbe se fosse un minimo decente) intimare ad Israele di rispettaren le stesse regole che valgono per il resto (quasi in relatà, perchè ci sono 5 Stati che valgono molto più degli altri) del pianeta.
E allora il massacro a Gaza continua senza sosta, i giornalisti, gli attivisti delle organizzazioni locali ed internazionali, gli operatori sanitari assassinati vanno ad aggiungersi all’enorme numero di civili (certo ci saranno anche parecchi combattenti di Hamas o delle altre fazioni armate) che secondo IDF (Israeli Defence Forces) non sono il vero obiettivo, ma purtroppo si trovano lì in mezzo…
Che poi invece, come nel caso di World Central Kitchen, gli operatori siano stati ammazzati in tre diversi e distinti attacchi, rende chiaro che non si tratti solo di “errori di guida” dei droni dotati di intelligenza propria, ma di precisi ed intenzionali “target” definiti con estrema precisione e cinismo vigliacco.
Non si sa se ed eventualmente quando Netanyahu deciderà di portare a termine l’opera riducendo in briciole anche ciò che rimane di Rafah, è probaile che ci stia ripensando. Ed infatti, pur di sopravvivere politicamente, ha già cambiato l’obiettivo principale. Gli attacchi ad Hezbollah (ed Hamas) anche all’interno del Libano i bombardamenti che continuano da anni e senza sosta in Siria contro gli stessi Hezbollah e le varie milizie sciite presenti sul territorio di Damasco, ma soprattutto il recente attacco al consolato iraniano nella capitale siriana (territorio iraniano!) tende a spostare l’attenzione e la tensione da Gaza ad un possibile (forse probabile) allargamento del fronte.
A questo punto non resta che aspettare la reazione di Teheran, che non può non esserci, che dovrà decidere non se ma come essere organizzata. Il recente lancio di missili ed artiglieria di Hezbollah sul nord di Israele, non è che mettere alla prova della consistenza del sistema di antaerea israeliano e non puoò bastare a soddisfare ciò che ormai tutti in Iran, compresa l’opposizione, si aspettano.
Errore dopo errore, sbaglio dopo sbaglio, ci troviamo sull’orlo di un baratro la cui profondità ancora non è ancora chiara per la maggior parte delle persone. Rimaniamo sempre convinti che tanto sono cose che i vari attori locali devono regolarsi tra di loro; noi che c’entriamo….Bene, mi sa che presto ci renderemo conto di quanto già da molto e senza nemmeno rendercene conto, c’entriamo.
Chi non ha dubbi, come sempre, sono gli USA la cui posizione è chiara e al di là dei diritti internazionali che dovrebbero essere rispettati da tutti. Se l’Iran attacca, gli Stati Uniti saranno dalla parte di Israele. Ciò significherebbe accendere una miccia che arriverebbe a far esplodere una santabarbara le cui dimensioni si vedranno solo ad azione compiuta. I precedenti su cui riflettere non mancherebbero, ma l’ignoranza umana non ha limiti e sarà bene tenerci forti.
A forza di sbagli e presunti errori di mira, siamo arrivati a questo punto. Complimenti a tutti coloro che vi ci hanno portato. Davvero grandi statisti.

Docbrino