Toti a piede libero, ma resta indagato per corruzione, violazione della legge per il finanziamento dei partiti e falso

Giovanni Toti torna libero, via libera del giudice alla revoca dei domiciliari. Le decisione del gip su Toti secondo cui Giovanni Toti può essere liberato ma «permangono i gravi indizi di colpevolezza», scrive la giudice Paola Faggioni nell’ordinanza di revoca degli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Liguria. «Nonostante l’estrema gravità delle condotte criminose – continua il gip – connessa anche alla particolare natura delle funzioni svolte, tenuto conto del comportamento serbato dall’indagato che ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente della Giunta della Regione Liguria, possono considerarsi sensibilmente affievolite le esigenze cautelari». In sostanza è venuto meno il rischio di reiterazione del reato, dopo le sue dimissioni lo scorso 26 luglio. Così è tornato libero l’ex presidente della Regione Liguria dopo che è stata accolta la richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Stefano Savi. Dopo 80 giorni dal primo arresto, Toti può lasciare la sua villa di Ameglia, in provincia di La Spezia. Toti resta indagato per corruzione, violazione della legge per il finanziamento dei partiti e falso.  L’ex governatore ha accolto con «grande soddisfazione la decisione del giudice» ha spiegato l’avvocato Savi. Ora Toti, spiega il suo legale, «non ha alcun vincolo. Riprenderà la sua vita da uomo libero, e come tale potrà far tutto quello che fa un libero cittadino, anche politica». «Siamo soddisfatti – ha commentato l’avvocato Savi – è un provvedimento che aspettavamo e che ricalca la verità dei fatti rispetto alla riconosciuta necessità di revoca della misura cautelare. Finalmente è finita. Ora ci prepariamo ad affrontare il processo». La procura ha intenzione di chiedere il giudizio immediato per l’ex governatore. Ipotesi a cui l’avvocato Savi ha anticipato di non volersi opporre. Toti ha sempre respinto le accuse nell’inchiesta per corruzione, che ha visto coinvolti imprenditori e manager liguri. L’ex governatore si è sempre difeso sostenendo di aver agito in trasparenza. Posizione ribadita anche in occasione delle sue dimissioni, lo scorso 26 luglio.